Daniele Primavera
di Giuseppe Di Marco
Si aggrava l’emergenza abitativa nel Piceno. Oltre al fatto che centinaia di nuclei familiari – ben 240 solo in Riviera – attendono di ricevere un alloggio popolare, l’aumento del costo degli affitti inizia a spaventare diverse famiglie che un tetto ce l’hanno già, ma non sanno come andare avanti.
Unione Inquilini Ascoli Piceno, attraverso il suo delegato provinciale Daniele Primavera, ha deciso di inviare una lettera ai sindaci dei maggiori Comuni del Piceno, vale a dire San Benedetto, Ascoli, Monteprandone e Grottammare, per esortarli a protestare contro i tagli ai fondi per il sociale inseriti nel ddl bilancio.
«Negli ultimi mesi – scrive Primavera – la situazione è aggravata dall’impennata dei costi energetici che pesano proprio sul diritto all’abitare ed erodono ulteriormente il reddito disponibile per il pagamento di affitti e mutui, fenomeno che le amministrazioni stanno cercando di fronteggiare con le proprie risorse ma rispetto ai quali non possono che fornire soluzioni temporanee e parziali per numero e valore. Ne avrà sicuramente conferma confrontandosi con il suo assessore ai servizi sociali che potrà adeguatamente relazionare sull’aumento delle richieste di sostegno e della morosità, con particolare riferimento alla categoria da noi rappresentata, quella degli Inquilini residenziali.
In questo contesto, il governo in carica ha proposto la legge di bilancio. Tale provvedimento contiene alcune scelte che, se confermate, si riverseranno pesantemente su migliaia dei cittadini da lei rappresentati, e come conseguenza sull’ente stesso in termini di richieste di assistenza e sostegno sociale. Mi riferisco in primo luogo alla prevista cancellazione dei fondi per la morosità incolpevole, e cioè quei fondi destinati a evitare le procedure di sfratto, o almeno a tamponarne gli esiti sociali. Non meno grave, a nostro avviso, è l’analoga cancellazione dei fondi per il sostegno agli affitti che, pur insufficienti e non risolutivi, hanno permesso fino ad oggi di tamponare l’emergenza sociale legata al mercato abitativo, così spietato anche nella nostra piccola provincia.
Com’è evidente, e del resto siamo certi le sia chiaro, queste due scelte non sono solo incomprensibilmente punitive verso la fascia più debole della società, ma avranno ripercussioni rilevanti anche contro il ceto medio.
Scongiurare questa prospettiva, dunque, è per noi una priorità assoluta, e riteniamo debba esserlo anche per le amministrazioni locali. Pertanto le chiediamo formalmente di prendere posizione pubblica sul tema a difesa degli interessi dei cittadini, e di attuare ogni forma di protesta e di sensibilizzazione verso il governo, anche attraverso il coinvolgimento del Consiglio comunale».
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