Le aree fra Viale dello Sport e Via Sgattoni, individuate per la realizzazione del nuovo ospedale
di Giuseppe Di Marco
La giunta comunale ha deciso: la location proposta ufficialmente dal Comune di San Benedetto per la realizzazione del nuovo ospedale si trova sui due terreni del quartiere Ragnola situati fra Viale dello Sport e Via Sgattoni.
Sui lotti individuati la Regione Marche dovrà quindi effettuare lo studio di fattibilità per il quale ha già stanziato 400.000 euro. Non prima, però, di ricevere tale proposta dal vertice di Viale De Gasperi, opportunamente approvata in Consiglio comunale. Inevitabili le discussioni su questa scelta: ancora prima della seduta in assise, prevista per il 28 dicembre, la delibera sulla location verrà analizzata in commissione congiunta Bilancio e Urbanistica, che avrà luogo lunedì 19 dicembre.
La delibera inoltre specifica che su queste superfici verrà realizzato un ospedale di primo livello, anche se non è tuttora chiaro quali reparti e servizi verranno inseriti al suo interno, e anche se il vertice regionale, nel Consiglio comunale aperto di alcuni mesi fa, parlò di ospedale di primo livello «spalmato su due plessi».
In istruttoria, inoltre, viene ricordato il percorso che ha portato il Comune ad escludere le altre proposte avanzate in Regione. Inizialmente, infatti, assieme all’area di Ragnola era stato proposto un lotto al confine sud di Porto d’Ascoli, nei pressi del centro commerciale “Porto Grande”. Il 27 ottobre però Palazzo Raffaello, pur riconoscendo che entrambe le aree sarebbero state compatibili in termini dimensionali e di accessibilità, affermò che l’appezzamento di Via San Giovanni avrebbe posto in essere, in un secondo momento, ulteriori difficoltà.
«Risulta necessario porre l’attenzione – scrivevano i tecnici regionali – sul fatto che il sito indicato con la lettera “A” (Via San Giovanni) ricade nel rischio “area esondabile E3” con conseguenti rilevanti potenziali criticità per la realizzazione del futuro ospedale e delle infrastrutture ad esso collegate che dovranno garantire la piena funzionalità in caso di eventi calamitosi, anche alla luce dei recenti avvenimenti che si sono verificati nella Regione Marche che hanno dimostrato il verificarsi di eccezionali eventi metereologici non sempre prevedibili. Non da ultimo lo stesso sito “A” richiederebbe un investimento economico superiore per l’acquisizione delle aree interessate ricadente, per la maggior parte, in aree commerciali di espansione. Un ulteriore aggravio economico, in questa fase difficilmente quantificabile ma certamente rilevante, sarebbe dovuto alla realizzazione di complesse opere necessarie per la riduzione del rischio idrogeologico».
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