di Giuseppe Di Marco
Se si parla di Ciip, almeno in questo momento storico, è impossibile rimanere calmi. L’aumento delle tariffe, deciso lo scorso novembre, torna a far fibrillare la minoranza rivierasca di centrosinistra, che si mostra scettica rispetto al possibile riequilibrio prospettato in commissione bilancio dai vertici del consorzio.
«Durante la commissione di ieri – dice Paolo Canducci, capogruppo di Europa Verde e presidente della commissione bilancio – è emerso chiaramente che per evitare l’aumento delle tariffe, già deliberato dall’Ato, servirà trovare almeno 20 milioni a fondo perduto per ridurre la quota di investimenti a carico della Ciip: praticamente un miracolo. Questo vuol dire che purtroppo i cittadini, molto probabilmente, dovranno tenersi gli aumenti».
Come esposto già nella commissione di dicembre da Giovanni Celani (direttore generale) e Cesare Orsini (dirigente Area Risorse), l’aumento dell’8,45% del 2022 sarà recuperata nel conguaglio di giugno. Per il 2023, invece, è previsto un aggravio del 7,5%. «A mio avviso – prosegue Canducci – se l’unica strada è quella dei fondi, anche il sindaco di San Benedetto deve affiancare la Ciip nel sollecitare gli organismi nazionali, così come il commissario al terremoto, a stanziare queste risorse».
Ma a dire la sua è anche un’esponente della maggioranza. «Non sono propriamente soddisfatta dall’incontro in commissione – dichiara Luciana Barlocci (Rivoluzione Civica) – Capisco che la Ciip abbia le sue criticità, ma l’aumento andrebbe calibrato diversamente: bisognerebbe aumentare la percentuale di scarico sui mutui. Se l’aggravio ricade per il 33% sulle bollette non va poi tanto bene. Oltretutto mi sconvolge l’ammontare dei costi relativi al personale amministrativo, che si compone di tantissime – forse troppe – unità. Devo anche registrare che la maggioranza è stata silente, persino i membri che in passato hanno portato la bandiera del cambiamento». La consigliera, in questo caso, si riferisce al suo stesso capogruppo, Simone De Vecchis.
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