Quasi diecimila cittadini marchigiani si sono schierati contro il cibo sintetico, ora anche la Regione Marche si è pronunciata e con essa 74 Comuni di tutte le province. È una mobilitazione generale quella che Coldiretti ha avviato in tutta Italia con l’obiettivo di promuovere una legge che vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione in Italia del cibo sintetico. Timore che si origina dal recente via libera della Fda negli Stati Uniti alla carne prodotta in laboratorio e dal rischio che l’Unione Europea voglia intraprendere la stessa strada.
Olive all’ascolana
Dietro questo tipi di prodotti ingegnerizzati in laboratorio ci sono gli interessi di multinazionali, grande finanza e lobbies, una vera e propria minaccia per l’agricoltura italiana, la salute dei consumatori e la biodiversità del pianeta contro la quale sono state già raccolte, in tutta Italia, quasi 400.000 firme. La delibera approvata dalla giunta regionale delle Marche punta anche a tutelare e difendere le filiere agroalimentari marchigiane e dà mandato alla Direzione Agricoltura e sviluppo rurale di favorire studi e ricerche in collaborazione con università e mondo agricolo per valutare i possibili rischi alimentari, social i e d ambientali derivanti dalla produzione, dall’uso e dalla commercializzazione di cibo sintetico.
Maria Letizia Gardoni, presidente Coldiretti Marche: «Un plauso alla giunta regionale che ha accolto la nostra richiesta condividendo così una strategia di crescita economica, di sostenibilità ambientale e di tutela della salute dei cittadini. Alla base, fondamentale, c’è una produzione di cibo fatta di suolo, natura e lavoro agricolo». La raccolta firme prosegue nei mercati, nelle iniziative di Campagna Amica e uffici della Coldiretti.
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