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Lupi, il report di Artico (Federcaccia): «Nell’Ascolano e Fermano ce ne sono oltre 100, a breve potrebbero diventare molti di più»

IL PUNTO del presidente interprovinciale Federcaccia: «Tra il Fermano e l'Ascolano contiamo oltre cento esemplari, se le femmine danno alla luce tre o quattro cuccioli in media, il conto è presto fatto». Danni per decine di migliaia di euro, secondo Basilio Vitali, presidente dell'Ambito Territoriale Caccia, causati da animali selvatici
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Stefano Artico

 

di Giorgio Fedeli

 

«Ne ho incrociato uno, si è fermato. Poi è scappato ed è scomparso». Grossomodo è questo il tenore delle segnalazioni che, anche nel Fermano, si fanno sempre più ricorrenti in merito alla presenza dei lupi nel nostro territorio, dalla montagna alla collina. Lupi, o almeno di quel che all’occhio dei meno esperti sembrano tali.

 

Ma al netto della veridicità o del reale riscontro sulla tipologia di canide, la presenza dei lupi anche nelle zone collinari o a ridosso della costa fermana, non è più una novità. Ce ne sono, e ce ne sono anche svariati esemplari. Anzi andiamo nel dettaglio dei numeri. E lo facciamo con il presidente interprovinciale Federcaccia, Stefano Artico: «Nel Fermano ce ne sono all’incirca una quarantina. E tra la nostra provincia e l’Ascolano ne contiamo oltre cento».

 

Artico si rifà alle segnalazioni e dopo una cernita accurata (perché in alcuni casi più segnalazioni potrebbero anche riferirsi allo stesso esemplare) snocciola qualche dato con tanto di geolocalizzazione: «Ce ne sono 7 in zona Spino, sotto a Monterubbiano. Altri 3 nei pressi del campo sportivo, sempre di Monterubbiano. Tre o quattro sono in zona Torre di Palme, cinque in contrada Moie, a Fermo. Un paio a monte Caccione, Porto San Giorgio. E ancora, sei o sette a Rapagnano, tre o quattro sopra Pedaso. Se ci spostiamo nella zona alto-collinare o montana ne contiamo diversi esemplari. Avvistamenti da Montalto, Montelparo, Grottazzolina. E tralascio la zona montana dove le segnalazioni sono ormai all’ordine del giorno. Insomma, per farla breve, ne saranno circa 40 nel Fermano e un centinaio tra i territori del Fermano e dell’Ascolano. E il prossimo anno potrebbero anche moltiplicarsi. Sì perché se le femmine mettono al mondo dei cuccioli, con una media di tre o quattro esemplari per ogni femmina, il conto è presto fatto. Si sappia che sono altamente protetti dallo Stato. E uccidere un lupo può costare anche tre anni di carcere e 3.000 euro di sanzione. Questi dati dovrebbero far riflettere anche perché potrebbero incidere sulle attività dei pastori e degli allevatori in maniera significativa. A fare da contraltare alla proliferazione degli ibridi e degli animali selvatici, che creano dei danni all’economia locale, c’è una consistente diminuzione dei cacciatori. Sì perché le politiche contro l’attività venatoria hanno spinto i giovani ad allontanarsi dalla caccia».

 

(foto Rodolfo Marziali)

Bene sempre ricordare che i lupi non rappresentano un pericolo per l’uomo. Da tempo immemore non si registra un attacco. Ma certamente, come tutti gli animali, se si vedono messi alle strette, si difendono. Più che per gli uomini possono rappresentare un pericolo per gli animali di compagnia, come i cani. E sicuramente non sono gli unici animali selvatici che si stanno rapidamente spostando verso la costa. Sì, inevitabilmente si arriva a parlare di cinghiali. «Sicuramente – conferma Artico – ma anche istrici, nutrie, volpi, corvi, gazze, storni».

 

Gli animali selvatici che, spaesati e magari disorientati, si ritrovano nel bel mezzo di una strada, magari anche per niente illuminata, rappresentano un pericolo per gli automobilisti. Molti sono gli incidenti causati dall’impatto tra vetture e, soprattutto, cinghiali. Ma la selvaggina rappresenta una variabile significativa, per usare un eufemismo, anche per l’agricoltura.

 

«In un anno abbiamo contato danni per diverse decine di migliaia di euro. La proliferazione di animali – spiega Basilio Vitali, presidente dell’Ambito Territoriale Caccia (Atc) di Fermo – si fa sentire eccome. I corvi, così come i piccioni, mangiano le sementi. I cinghiali, invece, divorano di tutto. E quest’aumento di animali selvatici è registrato nel nostro Atc come in tutti gli Atc della regione. I controlli ci sono, eccome. Noi non ci occupiamo dei danni da incidente stradale, come ad esempio quelli che vedono coinvolti i cinghiali. Di questi episodi, così come dei lupi, si occupa direttamente la Regione».


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