Sanità picena, l’onorevole Augusto Curti fa una disamina sulle principali criticità, come personale, risorse, liste di attesa e privatizzazioni, a seguito di una serie di confronti che ha promosso sul territorio e richiama la Giunta regionale «che molto si era spesa in termini di promesse elettorali alle sue responsabilità».
«Questa settimana – sottolinea il deputato del Piceno – ho concluso un primo ciclo di confronti sul tema della Sanità nel Piceno.
Grazie al contributo informativo di tutti gli interlocutori, è stato possibile sintetizzare un quadro che appare più allarmante di quanto previsto. E continuare a banalizzare il problema, liquidandolo con il solito slogan “ma allora prima?”, significa non rendersi conto della pericolosa deriva assunta.
Perché la vera domanda che oggi occorrerebbe porsi, anche da parte di chi vuole considerare la sanità solo dal punto di vista politico, è la seguente: negli ultimi due anni, la Sanità Picena è migliorata oppure peggiorata?
Le aree che presentano una situazione di forte criticità infatti sono molte e, purtroppo, tutte sensibili.
Sul personale emergono problemi di organico, forti ritardi nella stabilizzazione dei contratti e una riorganizzazione delle specialità che rischia di pregiudicare l’efficacia dei servizi. Impossibile pensare, ad esempio, che nella Sanità si rinnovino i contratti a un mese, come sta accadendo in questi giorni.
In merito alle liste di attesa ha assunto toni drammatici ma rappresenta paradossalmente, e la punta dell’iceberg. Carenza di risorse, mancanza di programmazione e tagli ai presìdi stanno infatti compromettendo la capacità di fornire prestazioni adeguate alle esigenze dei cittadini.
In merito alle risorse, l’Ast del Piceno si è vista decurtare il budget in maniera significativa, pregiudicando la capacità di investire nell’organico e nell’efficienza dei servizi.
Infine la politica delle privatizzazioni, rivendicata anche di recente dal Governo regionale, rischia di aprire le porte a una sanità sempre più privata.
Se questo quadro sconfortante è il risultato della tanto decantata trasformazione da Asur ad Ast, in prospettiva c’è molto da temere e poco da sperare.
Il caso Piceno rappresenta oggi, in maniera eclatante, il vero volto delle politiche regionali.
In sostanza siamo di fronte a un allarme sociale che, pertanto, va affrontato senza incertezze.
La Giunta regionale, sostenuta da una maggioranza consiliare che molto si era spesa in termini di promesse elettorali, è richiamata alle sue responsabilità.
La situazione, infatti, non è più sostenibile».
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