E’ stato davvero un grande successo il ritorno a Pagliare del Tronto della manifestazione “L’uomo della croce”, vissuta con meraviglia e raccoglimento dai circa tremila spettatori.
L’evento è stato organizzato dalla Pro Loco Pagliare-Spinetoli-San Pio X in collaborazione con la parrocchia San Paolo ed ha visto la partecipazione di tanta gente, proveniente anche da fuori regione, che ha voluto seguire questa vera e propria Via Crucis vivente, ispirata al “Gesù di Nazareth” del 1977 di Franco Zeffirelli.
“L’uomo della croce” a Pagliare è un appuntamento fisso fin dagli anni Ottanta, tornato nel 2019 per volontà di numerosi cittadini che sono poi stati costretti a bloccare tutto a causa della pandemia covid.
Il vescovo Palmieri
Quest’anno è però ripartita in grande, con 150 figuranti, oltre al gruppo “SPQR Offida – Leg X Aurea” che hanno animato il centro di Pagliare nei sei palchi allestiti in vari punti della frazione, tra cui l’antico mercato in Via Vittorio Emanuele, l’accampamento romano in Piazza Sant’Andrea, la crocifissione di Gesù con un spettacolare video mapping proiettato sulla facciata della chiesa di San Paolo. La chiesa di Sant’Antonio invece ha ospitato la rappresentazione dell’ultima cena con un altro video mapping.
Imponente il lavoro dei volontari che per tre mesi si sono prodigati per l’organizzazione e la riuscita dell’evento, dalla realizzazione delle scenografie alle prove di tutte le scene. La manifestazione è stata possibile anche grazie al contributo di Bim Tronto, al sostegno economico delle aziende del territorio, alle donazioni di ogni tipo (costumi, attrezzi, ecc.) dei cittadini e al Nucleo Protezione Civile Carabinieri che ha contribuito al controllo della viabilità e, insieme alla Croce Verde Vallata del Tronto, alla sicurezza.
Alberto Azzara
Ha partecipato anche il vescovo della Diocesi di Ascoli Gianpiero Palmieri che ha seguito tutte le stazioni rappresentate intervenendo nel finale con la benedizione.
Questa edizione de “L’uomo della croce” è stata dedicata all’indimenticabile Alberto Azzara, scomparso nel 2020, principale fautore in passato del ritorno di questa tradizione.
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