Vincenzina De Santis
di Lino Manni
Vincenzina De Santis, la prima vigilessa assunta dal Comune di Ascoli, va in pensione. Sembra ieri ma sono già passati ben 42 anni da quando entrò a far parte del corpo dei Vigili Urbani. Era la prima donna ad indossare una divisa, la prima rappresentante del gentil sesso in un ambiente di lavoro, a quel tempo, prettamente maschile. Il 24 marzo 1981 è stato il primo giorno, il 30 aprile 2023 l’ultimo.
I primi giorni di servizio con il comandante Giuseppe Dionisi
La prima donna in divisa ad Ascoli fu una svolta epica ma probabilmente anche una volontà dell’Amministrazione comunale, di allinearsi agli altri comuni d’Italia. A Roma, tanto per fare un esempio, la prima vigilessa (Angela Gasparini) fu assunta nel gennaio del 1972. Negli anni Ottanta inizia anche ad Ascoli una nuova era.
«A quel tempo lavoravo come operaia nel reparto chimico dell’Arte Italia, una azienda della zona industriale – racconta Vincenzina De Santis – fu mio padre Emidio, affascinato dai Corpi militari e dalle divise in genere, a presentare la domanda di partecipazione al concorso. Io non ci pensavo minimamente. Poi una volta ottenuto un buon punteggio nelle due prove scritte mi sono impegnata e studiato per fare una bella figura nella prova orale».
Al concorso per tre posti per vigile urbano del 20 maggio 1980 oltre 100 furono le domande, con un’alta percentuale di donne. Le prove scritte si svolsero il 23 dicembre. Probabilmente non fu un caso se una delle prove scritte, un tema di cultura generale, verteva sul seguente argomento: “Il ruolo della donna nella società moderna”. I tempi stavano cambiando, la società era in continua evoluzione, la donna sempre più emancipata e autonoma.
Vincenzina De Santis nella graduatoria finale si classificò al secondo posto, dietro ad uno dei pochi laureati partecipanti, ovvero Gianfranco Croce. Fu proprio quello il concorso con cui l’Amministrazione comunale mise la “gonna” ai vigili urbani fra la curiosità e lo stupore di tutta la cittadinanza.
«Ricordo ancora i primi giorni del mio nuovo lavoro – prosegue Vincenzina De Santis– con il compianto comandante Giuseppe Dionisi preoccupato e molto più ansioso di me ma sempre prodigo di consigli. Avevo solo 23 anni ma dovevo essere perfetta nell’aspetto fisico: capelli sempre ordinati e se lunghi legati, niente trucco, niente orecchini e sempre con la gonna. Un figurino. Nei servizi su strada, specie i primi tempi, ero sempre affiancata da qualche collega maschio e spesso stazionavo in Piazza Arringo, davanti a Palazzo Arengo. Sentivo gli occhi della cittadinanza su di me. Ero talmente emozionata al punto che una volta in Piazza Arringo non ho saputo indicare ad una persona dove fosse Corso Vittorio Emanuele».
In tanti si fermavano a guardare quando Vincenzina la vigilessa dirigeva il traffico, la fissavano, erano visibilmente meravigliati. Era la novità, il fascino della divisa. Non mancavano apprezzamenti, tanti complimenti ma anche tante considerazioni poco piacevoli. Paradossalmente era più piacevole farsi multare dalla vigilessa piuttosto che da uno dei suoi colleghi.
Con gli anni poi e, con l’evoluzione della figura della donna in divisa, non ci si è fatto più caso. Vincenzina De Santis fu ben accolta dai colleghi vigili “maschietti” che la vedevano come qualcosa di prezioso da proteggere. Tutti disponibili e onorati di prestare servizio al suo fianco. La prima vigilessa restò per poco tempo l’unica donna del comando. Nell’arco di alcuni mesi, attingendo dalla stessa graduatoria del concorso, furono assunte anche Sandra Silvestri, Gemma Canala e Natalina Passaretti.
Vincenzina De Santis, prima come agente e poi come ufficiale, si è occupata principalmente di viabilità. Nel 2015 con la reintegrazione della gestione diretta delle contravvenzioni, diventa la responsabile dell’ufficio occupandosi di tutta l’attività d’ufficio legata all’accertamento e alla verbalizzazione di qualsiasi violazione riguardante il Codice della Strada. Con l’avvento dei varchi elettronici (2017) gli viene affidato il controllo dei transiti e l’importazione dei file nel sistema di gestione, validazione e successiva verbalizzazione.
«Mi fa piacere rientrare in possesso del tempo da dedicare ai miei cari, agli amici, ai miei hobby – conclude il commissario De Santis – ma nello stesso tempo mi dispiace lasciare una famiglia come quella dei Vigili e un lavoro che mi piace e che ho svolto con passione. Ma questo è il ciclo della vita».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati