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«Emarginare l’individualismo è la via per una nuova primavera economica e sociale per il nostro territorio»

LE PAROLE del vescovo Bresciani, in occasione della Festa di San Giuseppe Lavoratore, a Comunanza, dove è stato accolto dal sindaco Cesaroni, insieme con il collega di Force, Lupi, dalla preside Cicconi e dal presidente della Pastorale del Lavoro per i comuni montani, Luigi Passaretti
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La Festa di San Giuseppe Lavoratore, a Comunanza, è stata celebrata come un occasione per puntare i riflettori su una realtà, quella delle aree interne e disagiate,  dove i ragazzi sono spesso alle prese con il dubbio, se restare o cercare altrove per organizzare il futuro.

Fondamentale non lasciare sole le nuove generazioni in questo momento delicato, creare quindi una rete, di ascolto tra loro e gli imprenditori: “Giovani e lavoro per nutrire la speranza” il titolo dell’appuntamento che ha portato nel cuore dei Sibillini, domenica scorsa 13 maggio, il vescovo della Diocesi di  San Benedetto, Ripatransone e Montalto, monsignor Carlo Bresciani.

Ad accoglierlo, il sindaco di Comunanza Alvaro Cesaroni, anche in veste di imprenditore, insieme com il responsabile della Pastorale del Lavoro di Comunanza Force e Montemonaco, Luigi Passaretti, ex presidente della Cna picena.

 

A lui il compito di introdurre le preziose testimonianze di studenti e lavoratori: Emanuele Pace, Paolo Basili, Danilo Conti, Alessio Giannini, Fabio Carassai, Elisa Chiaramarini, Domenico Pagazocchi, Luigi Arrà e Michele Fiacconi, presidente del movimento Giovanile di Comunanza.

 

E c’erano anche il sindaco di Force, Amedeo Lupi, ed il parroco della comunità locale, don Luca Rammella.

Poi ancora, i rappresentanti dell’Isc dei Sibillini, con a capo la preside Alessia Cicconi, a ribadire il ruolo fondamentare della scuola «per intercettare i bisogni che i ragazzi hanno nel cuore».

 

Parole di speranza sono arrivate dal vescovo Bresciani, insieme con l’auspicio di veder rinascere  «una nuova primavera economica e sociale per il nostro territorio diocesano, fatta di buone relazioni tra persone, che emargini l’individualismo che oggi regna nel quotidiano».

 


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