Le ricerche notturne dei due giovani
di Andrea Ferretti
E’ finita bene, per fortuna, l’avventura dei due giovani (un ragazzo e una ragazza) i quali, dopo aver perso l’orientamento, nel tardo pomeriggio di ieri, sabato 27 maggio, sono rimasti bloccati sui Monti Sibillini. Dopo alcune ore, nel cuore della notte, sono stati raggiunti dalle squadre del Soccorso Alpino che, insieme ai Vigili del fuoco di Ascoli, avevano individuato la zona dove si trovavano.
Si è rivelato prezioso il drone del Soccorso Alpino che li ha individuati con precisione nei pressi del Lago di Pilato, in territorio comunale di Montemonaco. A quel punto gli operatori del Soccorso Alpino si sono mossi “a tenaglia”: quelli della Stazione di Ascoli sono saliti da Forca di Presta, quelli di Montefortino da Foce di Montemonaco. All’1,45 hanno raggiunto i ragazzi.
Appurato che stavano bene e non erano feriti, i due sono stati ricondotti a valle dove avevano lasciato la loro auto a bordo della quale hanno poi potuto riprendere la via di casa. Con qualche ora di ritardo sulla tabella di marcia, con uno spavento che ricorderanno per tutta la vita e un monito: andare in montagna non è un gioco.
L’allarme era stato lanciato da una zona semi pianeggiante tra Croce di Pretare e la cima del Monte Vettore. Si stava avvicinando il buio e, soprattutto, c’era stato un netto peggioramento delle condizioni meteo, previsto ma evidentemente sottovalutato dai due che a quel punto non sapevano più che direzione prendere.
La speranza è che questa avventura serva da lezione a loro ma anche a tutte quelle persone che, soprattutto in questo periodo, decidono di avventurarsi in montagna senza la necessaria preparazione, che non è solo quella fisica. In passato ricordiamo anche di soccorritori i quali hanno raggiunto e portato in salvo “escursionisti della domenica” che addirittura calzavano delle infradito.
Oggi è stata davvero una giornata da bollino, anzi luttuosa, per la montagna. In questo caso per alpinisti ed escursionisti. A Pietracamela (Termo) due alpinisti in cordata sono morti precipitando mentre si arrampicavano sul Gran Sasso (canale Sivitilli del Corno Piccolo, versante Prati di Tivo) a un’altitudine di 2.500 metri. Sono deceduti una guida alpina di 48 anni di Spoltore Pescara (T.R.) e un escursionista di 51 anni di Pescara (C.G.).
Gli operatori della Stazione di Montefortino (Fermo), invece, sono dovuti intervenire a Casale Grascette di Amandola per il recupero della salma di un escursionista di 50 residente in Abruzzo, deceduto per un malore. Un gruppo di persone, anche loro impegnate in attività escursionistica, ha allertato la centrale del 118 di Ascoli che ha poi attivato il Soccorso Alpino.
E non finisce qui perchè questa mattina, domenica 28 maggio, intorno alle ore 9,45 una escursionista cadendo a terra di è infortunata ad una caviglia. E’ accaduto all’Infernaccio, dove è stata soccorsa dai tecnici del Soccorso Alpino della stazione di Montefortino che le hanno prestato le prime cure sul posto immobilizzando l’arto trasportandola poi a valle in barella. Qui l’hanno consegnata ai sanitari della Croce Rossa che l’hanno trasferita in ospedale. Sono intervenuti anche i Vigili del fuoco del Distaccamento di Amandola.
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