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Riscaldamento dei mari,  pesca eccessiva e inquinamento: a rischio la biodiversità marina

GROTTAMMARE - Il tema sarà al centro dell'incontro promosso da "Parco Marino del Piceno", in programma per il 13 agosto alle ore 18 nel Villaggio dei pescatori
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Riscaldamento dei mari,  pesca eccessiva e inquinamento porteranno ad una drastica riduzione della biodiversità marina. Stime recenti indicano che tra il 40 e il 70% degli stock ittici nelle acque europee sono attualmente sovrasfruttati.

Temi attuali che  saranno al centro dell’incontro, promosso dal “Parco Marino del Piceno”, in programma 13 agosto alle ore 18 al Villaggio dei pescatori a Grottammare.

Franco Piunti promotore del Parco Marino del Piceno, Sergio Veroli, Presidente di Consumers Forum,  Gianfranco Collina, in rappresentanza delle più importanti associazioni dei consumatori marchigiane, stimoleranno riflessioni sul ruolo dei consumatori e sulle modalità con cui essere informati in maniera corretta.

Lo faranno in particolare in relazione alla conversione del turismo e del rapporto con le risorse marine prodotta dall’auspicata istituzione di un’area marina protetta.

Alessia Consorti parlerà dell’esperienza di slow food in Italia ed a livello locale e Francesco Torquati delle produzioni biologiche nelle marche portando la sua esperienza in questo settore.

Nella seconda parte si coinvolgeranno i presenti nella stesura di un elenco di informazioni che dovrebbero essere presenti nell’etichetta per poter scegliere in maniera consapevole.

 

«Consumatori consapevoli – è infatti quanto dice Parco Marino, nel presentare l’evento –  per salvaguardare l’ambiente e promuovere un’economia sostenibile: è questo lo scopo dell’incontro.

Il 2 agosto 2023 è stato il giorno in cui abbiamo consumato tutte le risorse naturali che la Terra è in grado di rigenerare in un anno. In Italia, dal 2010 a giugno 2023 sono stati registrati 96 eventi meteo estremi che hanno causato danni all’agricoltura, di cui 38 grandinate, 21 casi di trombe d’aria e raffiche di vento, 15 allagamenti, 11 casi di siccità prolungata, 8 esondazioni fluviali.

Nel 2023 i livelli di CO2 continuano a crescere, a luglio per 4 giorni di fila la temperatura media globale ha raggiunto il record di 17 gradi.

Nel mondo ogni anno si producono in media 2,25 miliardi di tonnellate di rifiuti ed in media, soprattutto nei paesi cosiddetti sviluppati ogni persona consuma più di mille calorie rispetto al proprio fabbisogno.

Le specie animali e vegetali si riducono progressivamente.

Oggi meno del 25% della superficie terrestre è ancora in condizioni naturali; l’1% più ricco della popolazione detiene più ricchezza del restante 99%; nei prossimi anni aumenteranno le migrazioni per gli effetti climatici. Se la temperatura del mare aumenterà ulteriormente ci sarà un cambiamento profondo della fauna ittica con la conseguente crisi del settore ittico.

Quale sostenibilità economica – si domandano dall’associazione – si può prefigurare nei prossimi anni date queste condizioni? ma soprattutto questo è il mondo che vogliamo lasciare ai nostri figli e nipoti?

Di fronte a questi nodi drammatici uno degli strumenti che abbiamo è quello di avere fiducia nella scienza per prevedere il futuro e modificare il nostro modo di consumare passando da consumatori compulsivi a utilizzatori finali di beni e servizi informati e quindi consapevoli, attenti alla sostenibilità dei loro sistemi di produzione, di coltivazione, di pesca.

Oggi è l’offerta che determina, tramite la pubblicità spesso ingannevole, la domanda.

L’altra via è quella di creare una domanda che contribuisca a produrre un’offerta coerente con la sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

Per arrivare a tale consapevolezza occorre iniziare a chiedere maggiori informazioni nell’etichetta e costruire soggetti certificatori indipendenti e non sovvenzionati da chi è certificato.

Ecco quello che dovremmo fare – conclude la nota di Parco Marino – dovremmo consumare meno materie e più valori richiedendo informazioni su ciò che è stato fatto per rispettare i diritti degli uomini e dell’ambiente nel ciclo di vita di un prodotto. Occorre darsi più tempo per “ragionare” per valutare quali valori vogliamo salvaguardare. Oltre l’effetto positivo verso l’ambiente e i diritti umani ciò determinerà un aumento dell’occupazione qualificata».

 

 


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