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Lupi fino a valle, l’allarme di Artico: «Sono triplicati, attenzione, ora ci sono anche le figliate» (Video)

PERICOLO - «Prima tra il Fermano e l’Ascolano contavamo un centinaio di esemplari. Ora ne sono almeno il triplo. Le madri, per proteggere i cuccioli, possono assumere un atteggiamento aggressivo. Noi come cacciatori abbiamo le mani legate. Sono una specie protetta e si rischia il carcere e sanzioni da 3.000 euro. Anche i cinghiali, per proteggersi, si radunano in branchi»
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I cuccioli di lupo avvistati in zona Valleoscura, tra Fermo e Porto San Giorgio

Stefano Artico

«Io lo avevo detto in tempi non sospetti. E ora si è verificato. La situazione si fa sempre più critica».

 

A parlare è Stefano Artico, presidente interprovinciale Federcaccia Fermo-Ascoli. E il riferimento è al numero sempre crescente di lupi presenti sul territorio, esemplari che si spingono fino a valle, fino alla costa. E ora le femmine hanno partorito, dunque con loro ci sono anche i cuccioli.

 

Questo, oltre a incidere ovviamente sul numero degli esemplari, è un dato certo da non sottovalutare per l’atteggiamento potenzialmente aggressivo, o sarebbe meglio dire difensivo, delle madri. In altre parole: massima attenzione a chi ha animali domestici o da cortile, e a chi va a spasso con i cani nelle zone di campagna.

 

«L’ultima figliata, in ordine di tempo, è stata avvistata nei giorni scorsi in zona Valleoscura, sotto al cimitero di Fermo – spiega Artico – purtroppo il rischio di attacchi ad animali di cortile o a cani aumenta.

E se prima parlavamo di attacchi di esemplari singoli, e sporadici, ora possono tramutarsi in attacchi di branco. La presenza dei lupi incide anche nel comportamento di altri animali come i cinghiali che, per proteggersi, si stanno riunendo in branchi con tutto ciò che ne consegue. Parliamoci chiaro, l’ecosistema è saltato».

 

E allora che si fa? Come si inverte la rotta? Come si arginano? «Ah, noi cacciatori abbiamo le mani legate – rimarca il presidente – i lupi sono animali protetti e se vengono colpiti si rischiano i due anni di carcere e 3.000 euro di sanzione. Nessuno si azzarda a sparargli. Anche perché non si può, non si deve.

La situazione si può cambiare solo modificando la legge e puntando a una selezione degli esemplari. Però la Comunità europea ci detta legge anche su questo.

Ma bisogna prendere atto che l’equilibrio naturale, l’ecosistema, è stato stravolto completamente. Ed ecco qua che lupi e cinghiali ce li ritroviamo fino sulla costa. C’è stata ragazza caduta col motorino, lungo  perché urtata da un cervo che stava scappando proprio da un lupo».

 

Una soluzione potrebbe essere quella di narcotizzarli per poi spostarli: «Sì. E poi quegli esemplari dove li mettiamo? Dove li spostiamo? La verità è che la situazione è fuori controllo – continua Artico – prima tra il Fermano e l’Ascolano contavamo un centinaio di lupi. Ora ne sono almeno il triplo.

Al momento, con la caccia ancora chiusa, non possiamo avere una stima precisa. Mancano, infatti, le segnalazioni dei cacciatori e abbiamo solo gli appelli accorati degli agricoltori e di chi ha animali da cortile. Pensate che l’altro giorno un’anziana, in contrada Ete, è stata fatta cadere proprio da un lupo che ha attaccato le sue oche. Ne ha ammazzate tre. E nell’entroterra, di notte, è tutto un ululato. Noi, ripeto, abbiamo le mani legate».

 

 


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