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Picenambiente, la minoranza scalpita: «Dopo un anno non è cambiato nulla»

SAN BENEDETTO - A dodici mesi dalle proteste che indussero tre consiglieri a lasciare la minoranza, la Picenambiente non è ancora stata annoverata fra le società controllate. Si scatena l'ira dell'opposizione
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La sede del Comune di San Benedetto

 

di Giuseppe Di Marco

 

Sarà stato produttivo, oppure sabbatico, l’anno che l’Amministrazione comunale aveva deciso di prendersi per risolvere la questione Picenambiente? A dodici mesi dalla feroce protesta con cui diversi esponenti della stessa maggioranza chiesero di qualificare la partecipata come società a controllo pubblico, il vertice comunale approva in giunta un bilancio consolidato che non cambia pressoché nulla rispetto a quello dello scorso anno.

 

Nel consolidato, infatti, viene incluso l’esame del “Gruppo Amministrazione Pubblica”. La Picenambiente, come in passato, non rientra nel nucleo delle “controllate”, ma rappresenta sempre un partenariato pubblico-privato.

 

«Dopo tanti proclami, la delibera appena licenziata sul bilancio consolidato, e con esso l’esame del gruppo di società partecipate dell’amministrazione sambenedettese, mi fa sorridere – afferma Simone De VecchisRicordo che sin dall’insediamento si parlò di qualificare la Picenambiente come società a controllo pubblico, ma già dopo neanche un anno dalla vittoria elettorale, sorsero i primi problemi. A seguito delle polemiche relative al consolidato dell’anno scorso, l’Amministrazione si impegnò a fare quanto in suo potere per ottenere questo risultato. Da una parte si tornò a parlare di patti parasociali, ai quali non ho mai veramente creduto, dall’altra si iniziò ad istruire una pratica che andava nella direzione del controllo pubblico. Questo documento istruttorio è stato prodotto, ed anzi è pronto sin dallo scorso marzo. Che fine ha fatto? Il Comune ha dato mandato ad un consulente legale per capire quale strada percorrere?».

 

«L’attuale consolidato è l’ennesima delusione di questa Amministrazione – aggiunge Luciana Barlocci – che deve ancora svelare le proprie capacità, se ne ha. All’inizio il sindaco era convintissimo di questa operazione, poi si è andati a finire di nuovo ai patti parasociali. Quello che più addolora è che in giunta siedono persone che avevano fortemente sostenuto il controllo pubblico della Picenambiente. Ma la cosa più assurda riguarda il controllo del contratto di servizio: è stato fatto? La stipula viene rispettata? Il Comune, per tutelare gli interessi pubblici, indica il presidente. Nel frattempo, però, arriverà un nuovo aumento della Tari. E non si tiri in ballo la sentenza del Tar: di sentenze e pronunciamenti ce ne sono a iosa».


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