di Maria Nerina Galiè
«Causa esaurimento del budget annuale fissato dalla Regione Marche per il rimborso delle prestazioni erogabili in esenzione dai laboratori privati accreditati e convenzionati, esaurito da mesi, ai pazienti con esenzione dal ticket dal 1 settembre al 31 dicembre 2023 sarà richiesto un contributo minimo fisso per ogni impegnativa a copertura parziale delle prestazioni richieste».
E’ quanto si legge nel cartello affisso su un laboratorio analisi del Piceno, convenzionati con Ast Ascoli. Un messaggio inequivocabile da parte dei centri analisi (i cui nomi sono proprio nel cartello ) che aggiungono: «Ci scusiamo per il disagio ma, protraendosi questa situazione, non riusciamo più ad erogare servizi di qualità in forma completamente gratuita per il 2023».
Certo è che gli esenti, soprattutto anziani che magari scelgono il laboratorio vicino a casa anche perché hanno difficoltà a spostarsi, non è una bella notizia.
E’ vero anche che durante il Covid, i laboratori privati hanno dato una grossa mano per smaltire i tamponi. E’ normale che i cittadini si siano “abituati” ai loro servizi, magari più celeri e comodi di quelli pubblici.
Ma sorge una domanda: possono i centri analisi convenzionati chiedere soldi ai pazienti esenti?
Lo abbiamo chiesto alla direttrice generale di Ast Ascoli che ha ammesso di non essere a conoscenza di questo fatto e, per prima cosa, avrebbe verificato la legittimità di tali richieste.
«Il budget stabilito con la Regione – ha detto la dottoressa Natalini – è annuale. L’importo, come è ovvio, va poi diviso in dodicesimi da parte dei singoli laboratori che, sulla base di questo e nell’arco dell’intero anno, devono poi fissare il numero dei posti in convenzione. Se nei primi 7 mesi, tanto per fare un esempio, esauriscono i fondi a disposizione, è chiaro che non possono coprire le prestazioni per l’intero periodo».
Quindi, ai privati convenzionati a cui finiscono i fondi dovrebbero non erogare le prestazioni.
«I pazienti – sottolinea la Natalini – possono rivolgersi ai punti prelievo delle strutture ospedaliere. Con una impennata di richieste nulla viera di aprirne altri.
Ma anche da parte dei laboratori privati poteva arrivare la segnalazione che le richieste erano di gran lunga superiori alle previsioni, con il problema dell’esaurimento del budget.
Ora, non so se sia stato fatto – ha precisato la direttrice che, è bene ricordarlo, è al vertice della Sanità picena da poco più di un mese – e pertanto sarà mia cura capire bene come stanno le cose ed anche se sia regolare, da parte di un centro privato convenzionato agire in tal modo. Posso dire che, ad oggi, il tema non è arrivato sul mio tavolo».
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