di Giuseppe Di Marco
Quale futuro per le spiagge sambenedettesi? La questione delle concessioni balneari non passa mai di moda, ed anzi continua ad agitare gli animi della categoria. A tal proposito Giuseppe Ricci, presidente Itb Italia, torna a proporre un suo vecchio cavallo di battaglia: la concessione del diritto di superficie delle aree su cui insistono gli chalet.
Ricci, reduce da un triplice incontro con il tavolo tecnico governativo, è in attesa che venga convocata una nuova riunione a settembre. Il tema al centro del dibattito, in questo momento, è la mappatura delle spiagge libere e sotto concessione lungo tutto il litorale italiano.
«Confesso la mia personale amarezza e delusione – afferma il balneare – nell’aver dovuto ascoltare proposte in totale controtendenza rispetto alla logica dei ruoli rappresentati in questo tavolo tecnico. Lo sviluppo costiero della penisola Italiana è di circa 8.000 chilometri, e solo 900 sono quelli occupati regolarmente da imprenditori turistici. Parlare di scarsità è superfluo, e comunque non può essere il problema principale del quale discutere, ma lo è invece il futuro che si vuole offrire alle nostre imprese».
La soluzione, per l’imprenditore, sarebbe a portata di mano. «La proposta denominata “Limpida” – continua Ricci – già dal 2013 chiariva le ragioni per cui concedere, con definitiva risoluzione della vertenza tra i concessionari e il demanio turistico, le aree regolarmente urbanizzate, dove oggi insistono le strutture fisse, mobili o già acquisite dallo stato, agli attuali gestori. La spiaggia adibita alla posa degli ombrelloni e alle attività di balneazione resterebbero aree soggette al demanio, con relativo pagamento di canone. La nostra richiesta, di riconoscimento del diritto di superficie con riscatto, non cambierebbe nulla della attuale gestione delle spiagge italiane, ma consentirebbe agli operatori del settore di avere certezza sulla gestione delle aree occupate dalle strutture».
«Operando in tal senso, i balneari sarebbero tutelati dal Comune, Regioni e dallo Stato, che ne detterebbe le regole e modalità d’uso – conclude il presidente Itb – bypassando così le istituzioni europee, che dimostrano invece un completo disinteresse sul futuro delle aziende coinvolte. Istituzioni che non hanno tenuto conto di quanto fatto da generazioni di concessionari di spiaggia Italiani, i quali hanno duramente lavorato affinché enormi aree abbandonate a sé stesse o inutilizzate per altri scopi, diventassero quello che è oggi un brand riconosciuto in tutto il mondo».
Va ricordato che alcuni mesi fa una sentenza della Corte di Giustizia Ue ha sancito la necessità, per lo Stato italiano, di riassegnare le concessioni balneari tramite procedura di evidenza pubblica.
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