Emanuela Lombardi. Accanto un’immagine della devastazione di Marrakech (Foto Ansa)
di Elena Minucci
«Avevo una gran paura degli aerei, ora non più. Quando il comandante ha annunciato di essere felice di averci a bordo, ho provato un’emozione indescrivibile. Ho pianto come poche volte mi è capitato. Quel decollo, mi ha fatto tirare un sospiro di sollievo».
Più che comprensibile quello che ha provato l’ascolana Emanuela Lombardi, una dei 400 italiani che si trovavano in Marocco nel momento della terribile scossa di magnitudo 6.8, la notte tra l’8 e il 9 settembre, portando devastazione e morte in diverse località e causando oltre 2000 vittime.
La donna, residente a Villa Sant’Antonio, mamma di due ragazzi di 16 e 20 anni, da venerdì 8 settembre era in Marocco con alcuni colleghi di lavoro della divisione italiana di una multinazionale di elettrodomestici.
Fortunatamente nella zona in cui si trovava non è stato registrato nessun danno, ma la paura è stata tanta.
«Un grande spavento. Quando c’è stato il terremoto, mi trovavo in albergo a Marrakech – racconta Emanuela- Meno male che nella nostra zona non è successo nulla, ma la scossa è stata molto forte, più grande di quella del 2016 avvenuta nel Centro Italia. Abbiamo trascorso la notte all’esterno dell’albergo. Abbiamo visto tanta gente che dormiva per terra con dei giacigli di fortuna.
Le mie colleghe che erano nella Medina hanno raccontato di questo grande boato. Sembrava l’apocalisse. Si vedeva la polvere bianca dovuta al crollo di alcuni edifici.
Si sono abbracciate forte per evitare di perdersi durante la fuga di molte persone. Ci siamo spaventate molto, sembrava non finire più ma siamo molto fortunate, Sant’Emidio ci ha protetto anche questa volta».
Emanuela è tornata domenica 10 settembre in Italia.
«L’hotel in cui soggiornavo si trova a 10 minuti dall’aeroporto, siamo riuscite a prendere il volo che avevamo già in programma. La situazione lì era tranquilla».
E finalmente, il volo verso casa ha messo fine all’incubo.
Due ascolane nell’incubo di Marrakech: «Sant’Emidio è sempre con noi»
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