di Giuseppe Di Marco
Alla fine il vaso di Pandora è stato aperto. Dopo mesi di silenzio Lina Lazzari chiede risposte al sindaco Spazzafumo, rimarcando che la sua permanenza nell’esecutivo è legata alla volontà di portare avanti il progetto culturale presentato in campagna elettorale.
Così, mentre Umberto Pasquali chiede di essere rappresentato in giunta, la professoressa, che non ha consiglieri a supporto, chiede trasparenza al primo cittadino, visto che ad essere ritirate potrebbero essere proprie le deleghe dell’assessora.
«Qual è un tempo congruo per sciogliere un nodo politico quando viene posto? – chiede Lazzari – Mi ha sempre contraddistinto lo spirito di servizio e grande rispetto per le istituzioni, per questo non ho mai rilasciato pubbliche dichiarazioni sul problema politico circa la scelta discrezionale del sindaco e il rapporto di fiducia che ne consegue. Avevo ed ho un progetto culturale, come da programma di mandato, e per questo ho lavorato pensando che la cultura debba essere per la mia città una risorsa umana, sociale ed economica».
Nuovi diverbi sono sorti dopo l’ultimo Consiglio comunale, quando alla Lazzari è stato fatto notare che avrebbe potuto appoggiare l’assessore Domenico Pellei sulla variazione di bilancio che prevede nuove spese per il trasporto scolastico.
«Nonostante il permanere di attacchi politici – aggiunge l’assessora – il mio rimanere è motivato da questo e in nessun modo da ragioni di prestigio o potere personale. Riconosco la mia ambizione nel voler realizzare il progetto culturale ma solo se ci sono le premesse politiche e la condivisione dell’importanza dell’obiettivo. Tutte cose che sembra al momento manchino. Ne conseguiva una netta presa di posizione».
Conclude Lazzari: «Ho posto correttamente la questione in giunta alla quale, nella persona del sindaco, ho chiesto risposte chiare e definitive che ancora mancano a salvaguardia della mia dignità in primis e quindi del ruolo ricoperto». Se non dovessero esserci risposte, è possibile che Lazzari agisca in autonomia, valutando le dimissioni.
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