di Giuseppe Di Marco
Continua a destare perplessità, la ripartenza delle scuole in Riviera. Dopo la stangata del trasporto scolastico, ora si registra anche una piccola crisi nel servizio di doposcuola, che subisce un drastico calo nelle iscrizioni. A protestare per la gestione della pratica sono, ancora una volta, Luciana Barlocci, Giorgio De Vecchis e Annalisa Marchegiani.
«Le famiglie degli alunni sambenedettesi si sono trovate a subire un aumento stratosferico ed assolutamente ingiustificato delle tariffe dei doposcuola – scrivono i consiglieri di minoranza – Lo scorso anno scolastico, per la frequenza di tre giorni a settimana, si pagavano 85 euro mensili, mentre quest’anno 135, per un aumento del 59%. Per due giorni a settimana, invece, nel 2022 si pagavano 65 euro, quest’anno 95 euro, e quindi l’aumento è del 45%. Pertanto molte famiglie malgrado le necessità hanno scelto di rinunciare ad un servizio essenziale presente nelle scuole cittadine da ben 11 anni. Ci risulta che il servizio all’Isc Nord e all’Isc Sud non verrà nemmeno attivato per mancanza di iscritti, mentre all’Isc Centro gli iscritti sono in fortissimo calo rispetto agli anni precedenti».
L’attacco all’Amministrazione comunale è inevitabile: «Nonostante l’interrogazione in Consiglio – continuano i membri dell’opposizione – l’assessore Sanguigni, da responsabile del servizio non ha ritenuto di dover dare spiegazioni chiare, né delle evidenti incongruenze del bando, né del metodo utilizzato per le assegnazioni, né tantomeno degli aumenti vertiginosi delle tariffe. Non ha ritenuto nemmeno di convocare alcuna commissione, né prima né dopo l’emissione del bando, la quale chiaramente sarebbe stata l’occasione per un confronto fattivo a tutela delle famiglie».
Le stesse famiglie, ricordano Barlocci, De Vecchis e Marchegiani, devono affrontare anche altri aumenti, come quello sulla Tari, e «pagano lo scotto di una coalizione di governo che non tiene in nessuna considerazione i bisogni e le reali necessità dei propri cittadini, dimostrando ancora una volta l’incapacità di gestione del sindaco».
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