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Rimpasto? Tutti Salvi (tranne la Lega): Acquaroli tiene gli assessori ma sceglie un sottosegretario alla Sanità

REGIONE - Il governatore ha nominato l'ex primario di Torrette Aldo Salvi che collaborerà alla gestione del settore più delicato. All'attacco il Pd: «Saltamartini è stato utilizzato come agnello sacrificale per provare a ricomporre i cocci di una coalizione ormai in frantumi. La decisione di commissariare l'assessore è il segno tangibile che tanto la riorganizzazione quanto l’imbarazzante Piano socio sanitario non hanno convinto neppure il presidente e la sua maggioranza». Sconfitta su tutta la linea la segretaria regionale del Carroccio Giorgia Latini
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Aldo Salvi

 

di Luca Patrassi

 

Nomina da sottosegretario alla presidenza della giunta regionale per l’ex primario del Pronto Soccorso di Torrette, il 71enne Aldo Salvi che torna così in scena, peraltro appena definita la nomina della nuova dirigente del citato reparto di Torrette.

 

Salvi, dato in quota ai Civici di Paolo Mattei ma anche molto vicino al sindaco di Ancona Daniele Silvetti (e a Torrette), entrerà dunque nella squadra di governo di Acquaroli.

 

Già sarebbero molti i motivi politici e tecnici di discussione, la nomina di Salvi ne aggiunge di altri. Il “capolavoro” della segretaria regionale della Lega Giorgia Latini: tenta di aprire una crisi in Regione chiedendo la sostituzione di tutti e tre i suoi assessori (compreso quello alla Sanità Filippo Saltamartini), ottiene la nomina di un sottosegretario che con la Lega non ha nulla a che spartire ed in più rafforza la posizione del governatore Francesco Acquaroli al quale guardano diversi consiglieri regionali del gruppo salviniano.

 

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Il governatore Francesco Acquaroli

Dalla Latini non arriva alcun cenno: silenzio per ora, scomparsa dai radar. Certo è che sfiduciare di fatto i suoi assessori, trovarsi contro il suo gruppo regionale e veder nominato un sottosegretario che rimanda a tempi non esattamente salviniani è operazione che meriterebbe una riflessione, se non ancora uno studio. Come se ne esce? La questione politica è un problema tutto della Lega, la questione amministrativa è tutta da scoprire. Di fatto l’assessore alla Sanità resta Filippo Saltamartini che non sembra tipo da farsi dettare le linee di azione da altri, chiunque sia e qualunque sia la sua provenienza: verrebbe da concludere che la nomina di Salvi sia una gentile concessione a chi lo ha proposto e l’ulteriore rafforzamento della posizione del governatore Acquaroli. Vedremo. Di sicuro Giorgia Latini, partita all’attacco con l’obiettivo di creare un argine allo strapotere del governatore, ha perso su tutta la linea.

 

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L’assessore Filippo Saltamartini

D’altra parte, però, come fanno notare dall’opposizione, la nomina di Salvi appare una sorta di commissariamento del settore sanità, un ridimensionamento dell’assessore che l’ha guidata fino adesso e una specie di ammissione implicita del fatto che fino ad oggi non tutto ha funzionato come ci si sarebbe aspettati.

 

A farsi sentire subito è il Pd regionale con il capogruppo Maurizio Mangialardi: «Più che chiudere la crisi della giunta regionale, la nomina del dottor Aldo Salvi a sottosegretario, ne certifica il carattere irreversibile e mette definitivamente a nudo le profonde divisioni del centrodestra marchigiano che stanno paralizzando l’attività istituzionale della Regione Marche. Non solo, il fatto che il dottor Salvi si occuperà prevalentemente di sanità, conferma le critiche che il nostro gruppo assembleare muove da tempo alla fallimentare politica sanitaria della giunta Acquaroli. Di fatto, la decisione di commissariare un ormai sempre più isolato assessore Saltamartini è il segno tangibile che tanto la riorganizzazione quanto l’imbarazzante Piano socio aanitario non hanno convinto neppure il presidente Acquaroli e la sua maggioranza. Peccato che i danni ormai siano stati fatti e la nomina del dottor Salvi potrà fare davvero poco per ripararli e dare quelle risposte che i cittadini si attendono in termini di abbattimento delle liste di attesa, ritorno alla piena funzionalità dei pronto soccorso e riduzione della mobilità passiva».

 

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Giorgia Latini

Il messaggio finale di Mangialardi: «Alla fine Acquaroli ha utilizzato Saltamartini come agnello sacrificale per provare a ricomporre i cocci di una coalizione ormai in frantumi. Apparentemente oggi il presidente sembra più forte, stante anche la spaccatura tra la segreteria politica della Lega e la maggior parte dei suoi consiglieri regionali, che non hanno nessuna intenzione di mettere a rischio le loro poltrone per seguire la linea politica tracciata da Giorgia Latini. Ma alla fine sarà davvero così? Non è difficile immaginare le tensioni che per Acquaroli si apriranno sia in consiglio, a causa delle aspettative frustrate di chi, come la consigliera Acciarri, già pregustava la nomina ad assessore al posto di Saltamartini, sia fuori dell’aula, dove i colonnelli della Latini, su tutti l’ex onorevole Lucentini, sono rimasti ancora una volta a bocca asciutta. Come al solito, però, le conseguenze più gravi ricadranno sui marchigiani».

 

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