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L’affondo di Curti e del Pd sulla Zes: «La destra ha voltato le spalle alle Marche»

ASCOLI - L’onorevole dem, primo firmatario dell’emendamento recentemente respinto per l’inclusione della nostra regione nella Zona economica speciale, denuncia l’apparente immobilismo degli esponenti di Fratelli d’Italia nel Piceno, ad Ancona e a Roma. In ballo c’è il destino di un territorio che rischia di pagare le agevolazioni in ambito imprenditoriale concesse al vicino Abruzzo. «Le promesse fatte in campagna elettorale non sono state mantenute, si è pensato più alle poltrone che a ciò che sta a cuore ai marchigiani». In vista della prossima legge di Bilancio, resta flebile la speranza per una regione che avrebbe dalla sua i requisiti per accedere a una misura vitale dal punto di vista economico
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di Federico Ameli

 

A qualche giorno di distanza dall’esclusione delle Marche e del Piceno dalla Zona Economica Speciale (Zes), il Partito Democratico alza la voce su una scelta che rischia di penalizzare la competitività delle imprese e dell’economia del territorio.

Francesco Ameli e Augusto Curti nella sede ascolana del Partito Democratico

 

Respinto l’emendamento firmato dai deputati dem marchigiani Augusto Curti e Irene Manzi, a meno di piacevoli sorprese sembra di fatto tramontare la possibilità di dar vita a una Zes in grado di comprendere anche la provincia di Ascoli e il resto della regione, con una serie di benefici in termini di possibilità di investimento e sviluppo che potranno essere applicati nel vicino Abruzzo, a pochi metri dal bacino industriale ascolano, ma non lungo la sponda nord del fiume Tronto.

 

«Questa bocciatura certifica il tradimento delle volontà politiche delle Marche e dei comuni di destra – tuona Francesco Ameli, segretario provinciale del Pd, nell’introdurre in conferenza stampa l’intervento dell’onorevole Curti – Il Governo ha bocciato tutte le proposte avanzate, in un’azione corale, dai nostri parlamentari, provocando danni enormi per l’area del cratere sismico e la provincia di Ascoli, la più penalizzata in quanto a stretto contatto con una regione, l’Abruzzo, che può contare sulla Zes.

 

Le principali responsabilità vanno imputate a Fratelli d’Italia e, nell’ordine, a Marco Fioravanti, Guido Castelli, Lucia Albano e Francesco Acquaroli, quattro figure apicali del partito che evidentemente non hanno a cuore le sorti del Piceno».

Francesco Acquaroli

 

Oltre al mancato coinvolgimento del Piceno nella Zes, ad alimentare lo sdegno degli esponenti del Pd è l’apparente silenzio dei rappresentanti del centrodestra locale, regionale e nazionale di fronte all’esclusione delle Marche dalla Zona economica speciale unica introdotta per il Mezzogiorno, con l’aggravante delle recenti trattative interne – poi naufragate – per la sostituzione di alcuni assessori nella squadra del presidente Acquaroli, nonostante gli impegni assunti in sede di campagna elettorale.

 

«Se abbiamo una giunta regionale pronta a chinare la testa di fronte alle decisioni nazionali, questi sono i risultati – evidenzia Curti – Mentre noi presentavamo un emendamento fondamentale per il territorio, il centrodestra marchigiano era impegnato nella ripartizione delle poltrone di Palazzo Raffaello, generando una confusione incredibile. Siamo reduci da due campagne elettorali, politiche e regionali, in cui la Zes, come anche la sanità, è stata al centro degli impegni presi dal centrodestra.

 

Questa situazione testimonia l’incapacità della giunta nell’affrontare questioni che interessano da vicino noi marchigiani. Abbiamo firmato questo emendamento perché la destra non aveva lavorato sulle promesse fatte in campagna elettorale. Purtroppo, però, al di là degli slogan abbiamo trovato una completa chiusura al momento della conversione del decreto-legge Coesione.

 

 

Da un punto di vista economico – prosegue – non poter contare su agevolazioni e procedure semplificate, come anche sul credito d’imposta per aziende che decidono di investire sul territorio va inevitabilmente a danneggiare i nostri imprenditori marchigiani, che ora non possono competere alla pari con l’Abruzzo».

 

Per quanto flebili, le speranze dei dem non tramontano tuttavia con la bocciatura dell’emendamento Curti-Manzi. Nonostante un quadro generale decisamente negativo, l’ex sindaco di Force e il resto del Partito Democratico promettono di tornare alla carica in vista dell’appuntamento con la prossima legge di Bilancio, forti di comprovati requisiti che, per una regione in transizione come quella marchigiana, potrebbero riaprire la partita Zes.

 

«L’approvazione di un mio ordine del giorno con cui il Governo si impegna di valutare in futuro l’opportunità di costituire una Zona Economica Speciale per le Marche certifica che la nostra regione ha tutte le carte in regola per rientrare nella Zes, contrariamente a quanto qualcuno vorrebbe far credere – garantisce Curti – Non si sta chiedendo un regalo da parte del Governo Meloni, ma ciò che alle Marche spettava di diritto e di fronte al quale il centrodestra ha voltato le spalle.

 

Stiamo attraversando un periodo difficilissimo, abbiamo quattro stati di emergenza attualmente attivi, e il mancato riconoscimento della Zes rischia di pregiudicare anche le risorse messe in campo dal Governo per far fronte alle emergenze, quella sismica su tutte – conclude l’onorevole dem – Siamo pronti a presentare degli emendamenti per proseguire questa battaglia importantissima per la crescita della nostra regione».

 

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