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Vent’anni fa la Strage di Nassiriya in cui persero la vita 19 italiani: vogliamo celebrarla in segreto?

DOMENICA 12 novembre le cerimonie ad Ascoli e San Benedetto che non sono state pubblicizzate come avrebbero dovuto essere. Il ricordo dei 19 italiani (12 carabinieri, 5 militari dell'Esercito, 2 civili) che il 12 novembre 2003 persero la vita in Iraq, nell'attentato alla base "White Horse". A quei Caduti il capoluogo ha dedicato uno slargo, in Riviera una rotonda. Due cippi per non dimenticare, ma l'assenza dei giovani continua ad essere un silenzio assordante
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di Andrea Ferretti

 

Domenica 12 novembre è il ventesimo anniversario della Strage di Nassiriya, città dell’Iraq in cui persero la vita ventotto persone che si trovavano all’interno o nei paraggi della base “White Horse”. Ventotto le vittime dell’attentato: diciannove italiani e nove iracheni. Gli italiani erano dodici carabinieri, cinque militari dell’Esercito e due civili. 

 

La notizia fece i giro del mondo in pochi secondi. Poi negli anni a venire non c’è stata città o paese italiani che a quei Caduti non abbiano dedicato una via, una piazza, uno slargo. Sono stati eretti monumenti e cippi e ogni anno, il 12 novembre è il giorno del dolore, del ricordo, della riflessione e della preghiera.

 

Non hanno fatto eccezione Ascoli e San Benedetto che del Piceno sono rispettivamente la città capoluogo e, da qualche anno, la più popolosa. Le cerimonie dei primi anni venivano (giustamente e doverosamente) annunciate e sbandierate ai quattro venti.

 

Poi, con il passare sempre meno, sempre meno, fino a ridurla ad una cerimonia non più popolare come invece dovrebbe essere, magari imposta dai Governi che si sono succeduti, nelle cui agende questa data e questa cerimonia è stata, e probabilmente lo è ancora, solo una delle tante.

 

Le Amministrazioni comunali di Ascoli e San Benedetto, le due città più importanti del Piceno, “armate” con affollatissimi uffici stampa, questo ventesimo anniversario non l’hanno pubblicizzato attraverso i cosiddetti organi di informazione. Quelli che fanno invece molto comodo in tante, troppe, altre occasioni in cui iniziative ed eventi per essere definiti tali si è costretti a raschiare il fondo del barile della fantasia.

 

Le cerimonie, comunque, domenica si faranno. Ad Ascoli in “Largo Caduti di Nassiriya”, lungo Viale De Gasperi (Jolly). A San Benedetto alla rotonda di Via Togliatti dove, anche lì da anni, c’è un monumento con inciso il monito “Mai più Nassiriya”.

 

A San Benedetto è visibile a tutti anche perchè eretto in una strada molto trafficata, a pochi metri da diverse scuole. Ad Ascoli meno, forse perchè in quei paraggi l’interesse dei cittadini è maggiore per il parcheggio dell’ex seminario o magari per il Campo dei Giochi della Quintana.

 

Domenica mattina ad Ascoli consueta messa a San Francesco alle ore 9, poi lo spostamento con armi e bagagli in Viale De Gasperi dove, chiusa la strada al traffico, alle 10,15 viene deposta una corona d’alloro con il trombettiere del 235° Reggimento Piceno che suona “Il Silenzio”. Quasi in contemporanea (ore 10,40) cerimonia in fotocopia a San Benedetto.

 

In entrambe le occasioni saranno presenti le massime autorità militari, civili e religiose. Si spera nella presenza di cittadini e, soprattutto, pur essendo un giorno festivo, di studenti. Ma quest giovani, futuro.o difficilmente accadrà nonostante da ogni pulpito si continui a blaterare parole che fanno comunque sempre un certo effetto: memoria, insegnamento,


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