di Giuseppe Di Marco
Mobilità e sostenibilità, viabilità e accessibilità. Strade, piste ciclabili, parcheggi e trasporti: la carne al fuoco, in Comune, è tanta. Soprattutto ora che l’Amministrazione ha deciso di avviare l’iter di stesura del nuovo Piano Urbano della Mobilità Sostenibile e del Biciplan.
Argomenti che suscitano le più disparate polemiche, e infatti dopo due incontri con consiglieri e stakeholders, il vertice di Viale De Gasperi si trova già nella condizione di dover dare delle spiegazioni su alcuni nodi della mobilità. Come quello del nuovo ospedale che, secondo Leo Sestri, farebbe da tappo tra la parte sud e nord di San Benedetto.
«Il futuro ospedale dovrà essere fatto in modo tale da essere raggiunto facilmente – spiega Bruno Gabrielli – Quindi prevedrà delle infrastrutture ad hoc: è impensabile fare una struttura del genere a Ragnola se non vengono concretizzati dei servizi essenziali alla viabilità».
Altro punto fondamentale è quello dei nuovi parcheggi da fare nei quartieri Sant’Antonio e Sentina. «Ci stiamo ragionando – prosegue l’assessore all’urbanistica – ma se vogliamo pensare ad una città con minore traffico nella zona centrale dobbiamo generare aree di sosta. È essenziale per limitare l’afflusso di automobili in centro. Quando avremo questa dotazione aumenteremo le isole pedonali, ed istaureremo zone 30 e ztl. Il caso della palazzina di Via Romagna è emblematico: per me, lì, va fatto un parcheggio».
Per Gabrielli, comunque, l’iniziativa del Pums va vista da una prospettiva più ampia: «Abbiamo riportato al centro della discussione cittadina lo sviluppo di San Benedetto. Ora ascolteremo tutti i portatori d’interesse, cosa che ci permetterà di ottenere consigli, riscontri e perché no, critiche, purché siano costruttive. Polemiche inutili, come quella sui costi, lasciano il tempo che trovano».
Conclude l’assessore: «L’idea è di rendere sostenibile la vita a San Benedetto, rovesciando la piramide alla cui base sta un utilizzo massiccio di automobili e motociclette. Altra pietra angolare sarà quella dell’accessibilità, perché dovremo ragionare su infrastrutture e servizi inclusivi ed adeguati alle esigenze di tutti. Infine, dotandoci di un Pums avremo accesso a molte più fonti di finanziamento, sia a livello nazionale che comunitario. Siamo i primi, nelle province di Ascoli e Fermo, ad aver cominciato questo percorso. E ci crediamo».
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