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Le anatre dell’Albula: dopo l’avvelenamento, ecco chi si porta via le covate

SAN BENEDETTO - Dopo lo spargimento di grano avvelenato e anche diversi tentativi di cattura di esemplari della numerosa famiglia che si è stabilità alla foce del torrente, ora eccone un'altra
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A San Benedetto prima lo spargimento di grano avvelenato e diversi tentativi di cattura. Ora spunta il ladro di covate. Tutto questo ai danni della numerosa famiglia di anatre che si è stabilita alla foce del torrente Albula.

 

Preziosa “sentinella”, come accaduto in molte altre occasioni, l’associazione “Questione Natura”. Roberto Cameli e Cristian Spinozzi dopo aver segnalato quanto era avvenuto a due passi dal mare, questa volta hanno beccato, e immortalato, un uomo che pochi giorni fa aveva appena prelevato un’intera covata che giaceva vicino al bordo del torrente.

 

Le uova erano state deposte in una piccola conca, tra i ciuffi d’erba che costeggiano uno dei lati del corso d’acqua, subito dopo il ponte di Via Piemonte.

«L’uomo aveva una busta con sé – dicono Cameli e Spinozzi – non sappiamo con quali intenzioni abbia agito, ma fatti simili dovrebbero essere controllati e dovrebbe esserci una regolamentazione per dissuadere chi agisce così. L’Amministrazione comunale deve assumersi la responsabilità di preservare la fauna dell’Albula, magari con l’installazione di videocamere di sorveglianza e anche punti luce sopra i ponti che attraversano il torrente».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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