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Addio ad Antonietta Di Casimirro, oggi il funerale a Poggio di Bretta

ASCOLI - Si è spenta a 88 anni. La conoscevano tutti come "N'donina". La piangono i figli Walter (prezioso collaboratore di "Cronache Picene") e Mario Luzi, la sorella Luisa, i nipoti, le nuore. L'ultimo saluto alle ore 14,30 nella chiesa di San Giovanni Battista, nella frazione dove tutti la stimavano e le volevano bene
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Tutti la conoscevano come Antonina, anzi meglio nella declinazione dialettale “N’donina”. Antonietta Di Casimirro, questo il suo nome da nubile, era una persona forte, umile ed educata. La ricordiamo all’indomani della sua scomparsa, avvenuta ieri martedì 21 novembre, all’età di 88 anni. Si è spenta nella sua casa di Poggio di Bretta, dove tutti l’hanno sempre stimata e le hanno voluto bene. La piangono i figli Walter e Mario Luzi, la sorella Luisa, i nipoti William , Lorenzo, Maria Antonietta e Sebastian, le nuore Teresa e Barbara.

Antonietta Di Casimirro

 

Antonina era una che lasciava il segno. Un esempio di rispetto ed umanità. Valori con cui ha cresciuto in maniera eccelsa i suoi due bambini, Mario e Walter, quest’ultimo collega e amico, una delle colonne giornalistiche di “Cronache Picene”.

 

E lo ha fatto nonostante le difficoltà che la vita gli aveva messo davanti. Non conosce mai la madre, che muore nel metterla al mondo, un dolore che si porterà dietro per sempre. Così come quello per il fratellino Guido, investito da un camion. Poi, in età adulta, la perdita del caro marito Emidio Luzi. Passaggi tristi, duri, che l’hanno inevitabilmente cambiata ma mai abbattuta.

 

Proprio Walter, con parole sincere e piene d’amore, ha voluto ricordare la bontà di questa donna, di quelle come non se ne fanno più, con un commovente scritto.

 

«Con l’esempio ci aveva insegnato il rispetto per gli altri, soprattutto gli anziani, la pietà per i malati e i bisognosi, l’amore per le persone sole, emarginate. Il valore dell’amicizia e dell’onestà. La felicità con poco. L’importanza della fede in Dio. Aveva conosciuto la fame, la guerra e i pidocchi. Era andata presto, poco più che bambina, a imparare il mestiere di sarta. A piedi. Da Brecciarolo ad Ascoli e ritorno. Senza sentirsi sfruttata se non ti pagano, oltre che per insegnarti un’arte, anche ad amarlo il tuo lavoro».

 

«Aveva lavorato alla Emmesei di Fernando Massi – scrive ancora Walter – e poi, sempre da bravissima sarta, in casa per contribuire al magro bilancio famigliare. Con i primi soldi messi da parte aveva preferito edificare la cappella funeraria di famiglia, piuttosto che comprarsi la casa al mare, o una bella auto di lusso. Perché aveva visto con i suoi occhi di ragazzina raccattare le ossa di sua madre nel fango di quella buca, e poi gettarle nell’ossario comune del cimitero».

 

Il funerale viene celebrato oggi, mercoledì 22 novembre, alle ore 14,30 nella chiesa di San Giovanni Battista, nella sua Poggio di Bretta. 

 

Le redazioni di “Cronache Picene” e “Cronache Fermane” si uniscono al dolore della famiglia, porgendo le più sentite condoglianze.


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