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Il leghista Saltamartini al “suo” governo: «Più soldi alla sanità e meno per le armi»
Il balletto dei fondi Pnrr

IN CONSIGLIO regionale è stata approvato all'unanimità una proposta di legge che impegna i parlamentari ad attivarsi affinché siano destinate molte più risorse alla salute dei cittadini. Discussione sui possibili tagli ai fondi destinati alle strutture ospedaliere. L'assessore ha assicurato rispondendo a un'interrogazione del Pd: «Tutto era e resterà interamente finanziato». Il consigliere dem Romano Carancini ha replicato: «La Commissione europea ha però autorizzato alcune riduzioni. E comunque quali risorse si metterebbero in campo per i 2.272 operatori sanitari che serviranno? Questo non è chiaro»
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L’assessore alla sanità Filippo Saltamartini

di Antonio Bomba

La sanità marchigiana è stata la protagonista indiscussa del Consiglio regionale odierno. E con essa il proprio assessore, Filippo Saltamartini che prima ha confermato che tutti i fondi Pnrr destinati alle nuove opere non verranno toccati, per poi arrivare ad affermare che dal governo nazionale preferirebbe vedere «più soldi destinati alla salute e meno alle armi» quando è stata ora di discutere una legge che ha visto tutti i consiglieri dell’assise e presenti in aula favorevoli.

 

Andando con ordine, rispondendo a un’interrogazione urgente sul merito posta dall’intero gruppo consiliare del Partito Democratico (a parte Fabrizio Cesetti), Filippo Saltamartini ha pertanto confermato che ai fondi Pnrr destinati alla sanità marchigiana nessuno toglierà un euro, smentendo le voci che da tempo circolano: «Tutto era e resterà interamente finanziato» e anzi verranno coperte anche «le spese aggiuntive dei materiali venutesi ad avere a causa della guerra in Ucraina e del Bonus 110%». Quindi, per l’assessore, tutto procede liscio e spedito tanto che «è in fase di assegnazione la progettazione dei lavori».

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Romano Carancini, Pd

Questi fondi non sono pochi e comprendono gli ospedali di comunità di Jesi, Mombaroccio, Cagli, Loreto, Chiaravalle, Ascoli Piceno, San Benedetto, Corridonia e Treia.

 

Poi le centrali operative di Pesaro, Fano, Urbino, Ancona, Jesi, Senigallia, Fabriano, Macerata, San Severino, Civitanova, Montegranaro, San Benedetto e Ascoli Piceno.

 

Infine le case di comunità previste nei comuni di Corridonia, Macerata, Petritoli, Sant’Elpidio a Mare, Montegranaro, Porto San Giorgio, Comunanza, Offida, Ascoli Piceno, Acquasanta Terme e San Benedetto del Tronto.

 

Bolla inoltre le notizie sin qui riportate, in base alle quali in sede di rinegoziazione il governo Meloni avrebbe rinunciato a diversi miliardi di finanziamenti europei, come «del tutto infondate». Questo perché, a detta dell’assessore, le uniche cose che il governo nazionale sta revisionando con l’Unione Europea sarebbero «la revisione dei tempi di consegna dei lavori» aggiungendo però che «anche questi per noi non sono mutati, pertanto i tempi precedentemente stabiliti andranno rispettati». Infine un avvertimento importante: «Se una sola regione per una sola opera rimanesse indietro, i finanziamenti sarebbero a rischio per tutti».

 

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Giorgio Cancellieri (Lega)

Romano Carancini ha replicato a nome di tutti i firmatari dell’interrogazione del Pd: «Il governo italiano – ha esordito smentendo Saltamartini – ha chiesto un ridimensionamento quantitativo delle strutture territoriali e oggi oggettivamente la Commissione europea ha autorizzato un ridimensionamento».

La portata è sempre Carancini a enunciarla: «La commissione europea ha autorizzato la riduzione da 1.350 a 1.038 case della comunità. Da 400 ospedali di prossimità a 307 e da 600 centri operativi a 480.

Lei tuttavia – conclude sul tema – ci dice che quanti erano previsti nelle Marche resteranno tali. L’informazione è positiva e ne prendiamo atto».

L’ex sindaco di Macerata lancia però una domanda-postilla: «Con quali risorse si metterebbero “in campo” i 2.272 operatori sanitari che dovranno rendere operative le strutture di cui stiamo parlando? Questo non è chiaro e lei dovrebbe spiegarlo».

 

Successivamente l’intera assemblea ha approvato all’unanimità un testo di legge per spronare, diciamo così, i parlamentari ad attivarsi verso il governo affinché conceda più risorse alle Regioni in campo sanitario, portando il rapporto tra Pil e la spesa destinata alla salute al 7,5%, intervenendo nel contempo sui tetti di spesa per il personale in modo da attivare assunzioni e stabilizzazioni di medici, infermieri e specialisti vari: «Visto l’innalzamento dei costi – ha dichiarato il relatore leghista Giorgio Cancellierisollecitiamo le camere a proporre più investimenti da destinare alla sanità regionale». Il consigliere ha proseguito facendo notare come «da noi la sanità la si paga 2 volte: la prima con le trattenute, poi con le prestazioni stesse visto che si spendono 40miliardi l’anno in cure. Ma la sanità privata non è accessibile a tutti».

 

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Maurizio Mangialardi, capogruppo del Pd

All’appello si è unito il controrelatore Maurizio Mangialardi (Pd): «È una spinta che viene dal basso, ma che non è populista. Questo è il primo grande atto che potremmo fare tutti assieme, uniti.

Manderemo questo documento, una volta approvato, a tutti i parlamentari marchigiani.

Abbiamo ancora una buona sanità in Italia.

Non dobbiamo assolutamente finire come negli Usa – conclude il proprio intervento il capogruppo Dem – dove chi non ha la tessera sanitaria muore per strada».

 

Saltamartini, che essendo assessore non può votare, si è comunque unito all’appello dei consiglieri supportandoli: «Questo – ha dichiarato – è un atto di grande coraggio perché da anni la normazione sanitaria è approvata con atti di fiducia del governo», dicendo senza dirlo che, in un campo così delicato, deputati e senatori poca voce hanno in capitolo, ma tentar non nuoce.

L’ex sindaco di Cingoli però plaude ancora una volta all’iniziativa comune e arriva a sperare «che venga supportata anche dalle altre Regioni. Sarebbe molto bello e importante».

E sempre in tema di auspici ecco il più grande: «Mi piacerebbe vedere più soldi investiti in sanità che in spesa militare. Gli eroi del covid, ad esempio, ce li siamo forse dimenticati?»

 

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Marco Ausili, Fdi

Infine, fuori dal campo sanitario, tra le varie leggi approvate in giornata val la pena di segnalarne una decisamente particolare per permettere il rientro nella nostra regione dei giovani marchigiani attraverso azioni concrete: «Grazie a questa normativa – spiega il relatore Marco Ausili di Fdi – si introducono specifiche disposizioni per promuovere l’inserimento sociale, economico e formativo dei giovani marchigiani emigrati all’estero che stabiliscono la propria residenza nel territorio regionale attraverso il contatto con i giovani stessi, la loro adeguata informazione sulle opportunità sociali, economiche e formative presenti nel territorio marchigiano e la valorizzazione delle loro conoscenze e professionalità acquisite».

 

Per fare ciò annualmente verranno stanziate apposite risorse da parte della Regione Marche a cui è assegnato anche «il compito di promuovere, sentito il Consiglio dei marchigiani all’estero, la costituzione di un soggetto associativo tra i giovani marchigiani emigrati».

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Dino Latini, presidente dell’assemblea legislativa delle Marche


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