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Sant’Antonio Abate tra gli animali ed i mezzi agricoli: «Segno dell’amore di Dio che vince tutto» (Foto)

ASCOLI - La benedizione che rinnova la tradizione agricola e tramanda la devozione, ora riservata agli amici a 4 zampe, è stata impartita dal vescovo Gianpiero Palmieri davanti al Duomo, con una speranza: «Che nessuna persona sia tanto sola da aver bisogno di un animale per avere un po' di compagnia» 
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di Maria Nerina Galiè

 

Anche quest’anno il tempo ha tentato intralciare l’attesa  benedizione degli animali e degli attrezzi agricoli, schierati davanti al Duomo di Ascoli, oggi 17 gennaio: ma Sant’Antonio Abate, che ha vinto nella lotta “contro il demonio”, ha allontanato il maltempo con folate di vento.

Sarà pure un coincidenza, ma la cerimonia – celebrata dal vescovo Gianpiero Palmieri – è stata molto sentita, sia dal punto di vista religioso che civile.

 

Con monsignor Palmieri c’erano don Carlo Lupi e don Freddy, parroco e aiuto di San Giacomo della Marca (dove è custodita la statua del Santo), il sindaco di Marco Fioravanti e l’assessore Massimiliano Brugni, anche in veste di presidente del Comitato Sant’Antonio Abate, l’assessore regionale Andrea Maria Antonini.

 

Gremita Piazza Arringo di cittadini, di tutte le età, al cospetto di Sant’Antonio Abate e stretti ai loro animaletti domestici che, ormai si sa, riempiono le case ricambiando con l’affetto e la tenerezza chi li custodisce.

«Sant’Antonio Abate – ha detto monsignor Palmieri – è rappresentato con gli animali poiché è considerato il segno dell’amore di Dio che vince su tutto, rendendo l’uomo in grado di vivere in armonia con tutto il creato.  

Qui davanti a noi ci sono i trattori, che ci raccontano del lavoro dell’uomo, e gli animali, nostri “compagni di vita” per così dire.

Ma rinnovo, nella benedizione, una speranza che nessuno sia tanto solo da aver bisogno di un animale per avere un po’ di compagnia». 

 

E’ una tradizione, quella della Festa di Sant’Antonio Abate, con tanto di “canti di questua” e distribuzione del pane benedetto, «che Ascoli non deve perdere – hanno sottolineato il primo cittadino e l’assessore Brugni – perché fa rivivere un passato in cui l’agricoltura ed il lavoro degli animali erano il sostentamento, perché è proprio lì che affondano invece le nostre radici».

 

Infatti sono stati pure benedetti i mezzi agricoli, che hanno accompagnato la processione, come i cavalli con i loro cavalieri, fino alla chiesa di San Giacomo della Marca dove si è svolta la funzione religiosa.

 

La festa continuerà alle ore 20, sempre di oggi, con la seconda edizione della cena.

 

Il 18 gennaio, alle ore 18,30, messa per tutti i “benefattori” vivi e defunti.

 

Il 20 e 21 gennaio, a partire dalle ore 16,  i “Canti di Questua” che rallegreranno il centro storico.

Ad alternarsi ai vari eventi legati alla festa di Sant’Antonio Abate, che si protraggono da domenica 14 gennaio, sono stati e saranno i gruppi “Carrajate”, “Pozza j bbé”, “Aria bbona” e “La Tradizione”, “Coro Riviera delle Palme” di San Benedetto, i “Musici Popolari” di Colli del Tronto e “Celani” del Marino.

 

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