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“Ferrovia dei due mari” entra nel dibattito nazionale e nel Piceno esulta Italia Viva

LA SENATRICE Raffaella Paita ha dato seguito alla proposta avanzata in occasione della sua recente visita ad Ascoli, ovvero la costituzione di un intergruppo parlamentare ampio e condiviso con lo scopo di porre una significativa attenzione alla sua realizzazione
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Il tracciato della “Ferrovia Salaria” e Maria Stella Origlia, a destra la senatrice Raffaella Paita

 

Il partito Italia Viva della provincia di Ascoli, nella persona della presidente provinciale Maria Stella Origlia saluta con soddisfazione la notizia che la senatrice Raffaella Paita ha dato seguito alla proposta avanzata in occasione della sua recente visita ad Ascoli, ovvero la costituzione di un intergruppo parlamentare ampio e condiviso, con lo scopo di porre una significativa attenzione alla realizzazione della Ferrovia Salaria, o “Ferrovia dei due mari”. 

 

Lo scorso 19 gennaio la senatrice Paita, come coordinatrice nazionale di Italia Viva, aveva partecipato ad Ascoli, nella Sala dei Savi di Palazzo dei Capitani, ad un convegno sulle infrastrutture del territorio, ed aveva ascoltato con grande attenzione anche gli interventi dei referenti del progetto. Aveva ribadito come costituisca una priorità la necessità di realizzare un collegamento ferroviario nel centro dell’Italia tra il versante adriatico e quello tirrenico. Aveva anche evidenziato come il progetto della cosiddetta “Ferrovia dei due mari” nel corso dei secoli avesse vissuto innumerevoli impulsi ma anche altrettante battute d’arresto.

 

«L’impatto positivo dell’opera – afferma la presidente provinciale di Italia Viva, Maria Stella Origlia – è stimato in circa 1,6 miliardi di euro, mentre la sua mancata realizzazione comporta per i soli territori interessati una perdita annua di circa 34 milioni di euro, senza considerare l’impatto che l’infrastruttura avrebbe su tutta l’Italia centrale, anche sul piano sociale oltre che economico e delle prospettive di sviluppo dell’intera penisola. I rinvii hanno ritardato di anni l’avvio dei lavori, ma ora è necessario un impegno parlamentare ampio e condiviso».


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