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Gli agricoltori non ci stanno, oltre 120 trattori alla protesta: «Presi in giro per anni» (Video e foto)

ASCOLI - La marcia pacifica del comparto agricolo-zootecnico è transitata lungo l'asse attrezzato, prima del presidio in zona Eco Services. Partecipazione di tanti lavoratori del sud delle Marche ed anche dell'Abruzzo, alle prese con crisi e lassismo delle Istituzioni: «Nessuno ci ha mai ascoltato, anche adesso non si sono visti politici nè amministratori. Molte aziende rischiano di scomparire». Sabato il presidio si sposta a Roma
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I trattori protestano lungo l'asse attrezzato di Ascoli

 

di Luca Capponi 

 

“Se anche oggi hai mangiato ringrazia un agricoltore”. “La nostra morte, la vostra fame”. “L’Italia agricola s’é desta”. “Basta!! Vogliamo lavorare per vivere, non sopravvivere per lavorare!”.  “È venuta a mancare l’agricoltura italiana, ne danno il triste annuncio allevatori e coltivatori”.

Il presidio degli agricoltori nella zona Eco Services, ad Ascoli

 

Come preannunciato (leggi qui), hanno sfilato lungo l’asse attrezzato di Ascoli in maniera composta e civile, senza arrecare gravi disagi a nessuno. Ma facendosi vedere e sentire, clacson alla mano. Sui cartelli affissi, bene in vista sulla facciata dei trattori, i messaggi hanno tutti lo stesso eloquente tono.

 

Difficile quantificare il numero di agricoltori, coltivatori, allevatori e operatori del mondo agricolo/zootecnico che oggi, in rappresentanza del sud delle Marche e di parte dell’Abruzzo, si sono dati appuntamento nel capoluogo piceno per l’ennesima puntata di una protesta che ormai da venti giorni sta calamitando l’attenzione di tutti.

Francesco Rossi e Antonio Ricciotti

 

“Nuova PAC”, c’è scritto su alcune rotoballe di fieno, dove PAC sta per la Politica Agricola Comune che fa capo all’Unione Europea.

 

«È uno dei passaggi più importanti e su cui bisogna agire per cambiare le cose. Siamo stufi di subre disagi che si protraggono da troppo tempo. Sono ormai 25 anni che ci prendono in giro, nessuno ci ascolta. Anche adesso, con tutto questo clamore, qui non si sono visti politici nè amministratori», racconta Antonio Ricciotti, ascolano, uno degli animatori del presidio, allevatore storico. Uno della vecchia scuola, per intenderci. A cui, per fortuna, si affiancano tanti giovani attaccati al territorio ed al lavoro.

 

«Ci dicono di alzare i prezzi, ma i prezzi non li facciamo noi, li fa l’agroindustria, cioè chi ritira le nostre derrate alimentari e i nostri animali – contunua -. Gli agricoltori non ce la fanno più, ci sono stati anni di siccità qua da noi e nessuno ha parlato, ora però se ne accorgono. Tra qualche anno alcune aziende agricole non esisteranno più, dobbiamo salvarle».

 

«Chiediamo un tavolo di concertazione con chi prende le decisioni – va avanti Ricciotti -. A decidere, peraltro da lontano, non possono essere sempre persone che non hanno mai calpestato un pezzo di terra. Nessun politico ad oggi si è avvicinato, anzi hanno cercato di demonizzare, di definirci come quelli che sono contro l’agricoltura green e a favore dei pesticidi, niente di più lontano dalla verità. Nelle Marche già il 25-30% degli agricoltori fanno il biologico, per cui coi numero ci stiamo. Vogliono farci passare per quello che non siamo». 

 

Di sicuro i nostri agricoltori non hanno intenzione di abbandonare il campo. Per fortuna. E con ulteriori sacrifici, ed ore sottratte al lavoro, si stanno organizzando per andare a Roma in macchina, sabato notte, coi pullman e sugli immancabili trattori, per il corteo che punterà verso Piazza San Giovanni. Senza mollare di un centimetro.

La scritta sulle rotoballe

La protesta dei trattori arriva nel Piceno: «Il grido di dolore di noi agricoltori» (Video e foto)


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