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Violente intolleranze di due detenuti al Marino, il sindacato Sappe protesta e chiama in causa il Ministero

ASCOLI - La situazione all'interno della Casa circondariale viene definita "esplosiva" e al sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro è stato chiesto di recarsi personalmente nel carcere. L'ultimo gravissimo episodio ha visto protagonisti due giovani di 22 e 23 anni di origine magrebina che hanno causato ingenti danni e costretto quattro agenti della Polizia Penitenziaria a ricorrere alle cure del Pronto Soccorso dell'ospedale. Interviene anche il Garante Regionale
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L’ingresso del carcere del Marino

Di nuovo alla ribalta della cronaca ad Ascoli il carcere di Marino del Tronto. Stavolta non c’entrano i droni con i “pacchetti” consegnati di recente dal cielo ai detenuti, ma di episodi di violenza che continuano a ripetersi all’interno della struttura. A scendere in campo stavolta è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), e lo fa con i dirigenti Francesco Campobasso e Donatello Di Marzio.
Intanto Donato Capece, segretario generale del Sappe, ha inviato al sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro la richiesta affinchè si rechi personalmente nel carcere di Ascoli «perché qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci».
La goccia che ha dato la stura a questo duro intervento del Sappe, sono gravi episodi di intolleranza da parte di due giovani detenuti di origine magrebina di 22 e 23 anni. Non è la prima volta che accadono fatti del genere nel carcere di Marino del Tronto, come in passato ha più volte denunciato l’Unione Sindacati Polizia Penitenziaria (Uspp) delle Marche attraverso il proprio segretario regionale Angelo De Fenza. Ma probabilmente, purtroppo, non sarà nemmeno l’ultima.
Ecco il racconto del Sappe su quanto avvenuto. «Domenica scorsa, subito dopo la mezzanotte, in una cella occupata da detenuti di anni 22 e 23 e di origini magrebina, sono state date alle fiamme lenzuola e vestiti con ulteriore danneggiamento di beni dell’Amministrazione Penitenziaria. I due – riferiscono Francesco Campobasso e Donatello Di Marzio – hanno inveito nei confronti del personale di Polizia operante nel turno di notte, alterando la sicurezza del reparto. La condotta dei soggetti in questione è continuata anche dopo l’intervento di altro personale, provocando ulteriori episodi incandescenti. Hanno infatti iniziato a spaccare tutto quanto avevano in cella, dato ulteriore fuoco a carte e oggetti vari, cospargendo di olio e gettandolo davanti la cella per far scivolare i colleghi intervenuti con idranti e sistemi di protezione».
La situazione ad alta tensione che sembrava essersi attenuata dopo che i due erano stati sistemati in due stanze diverse. «Nonostante questo proseguono i due sindacalisti – uno dei due, temporaneamente ristretto nella saletta ricreativa, ha ulteriormente distrutto libri e tavoli in plastica, sedie, ed ha demolito tutto rompendo vetri e spaccando oggetti. Tutto questo è durato fino alla mattina alle 6, con quattro poliziotti costretti a recarsi al Pronto Soccorso dell’ospedale. La situazione è tornata alla normalità verso le 9, con il supporto di altri colleghi».
«E’ una situazione esplosiva – aggiungono – la nostra denuncia è l’urgente necessità di trovare soluzioni concrete a questa spirale di violenza. Per questo torniamo a chiedere urgenti provvedimenti per assicurare tutti gli elementi necessari a garantire la sicurezza degli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria a cui va tutta la nostra solidarietà. Il Sappe denuncia ormai da tempo la situazione insostenibile delle carceri delle Marche, ma chi dovrebbe intervenire e tutelare i nostri agenti continua a tacere e restare inerme. Non c’è mai stato un silenzio così assordante da parte di questa Amministrazione Penitenziaria».
Interviene poi Donato Capece, segretario generale del Sappe: «Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro le pene nelle loro carceri, così come prevedere alla riapertura degli ospedali psichiatrici giudiziari per questo tipo di detenuti che sono sempre più numerosi e presenti nel circuito detentivo ordinario. Sale vertiginosamente il numero dei poliziotti coinvolti da detenuti in fatti gravi e violenti, per questo esprimiamo massima solidarietà e vicinanza a tutte le colleghe e ai colleghi della Casa circondariale di Ascoli».
La conclusione è fatta di numeri e riguardano gli eventi critici accaduti nelle carceri del Distretto Emilia Romagna-Marche dall’1 settembre al 31 dicembre 2023: 471 denunce per resistenza e ingiurie a pubblico ufficiale, 5 proteste collettive con rifiuto di entrare in cella. Poi i poliziotti rimasti feriti: 37 con prognosi fino a sette giorni, 11 con prognosi da otto a venti giorni, 4 con prognosi superiori a venti giorni”.

Sulle criticità del carcere di Marino del Tronto, ma anche sulle altre case circondariali della regione, interviene il Garante Regionale Giancarlo Giulianelli: «La situazione negli istituti penitenziari marchigiani è stazionaria, con la conferma di un significativo sovraffollamento a Montacuto e Villa Fastiggi e l’ormai cronica carenza di personale. Dall’inizio dell’anno si sono accavallate molte situazioni negative, alcune meno gravi di altre, ma pur sempre preoccupanti e da non sottovalutare. Questo impone di non abbassare la guardia e di vigilare costantemente».

 

Per quanto riguarda il carcere ascolano i detenuti sono 94 (22 stranieri) su 103 posti, gli agenti 133 su 162 previsti. Presenti anche 3 funzionari su 3 previsti e uno psicologo.

 

Secondo il report mensile del Ministero di Giustizia, al 31 gennaio 2024 nelle Marche i detenuto presenti sono 902 (294 stranieri e 23 donne) per una capienza di 837 unità. Sono 701 quelli con condanna definitiva, 118 in attesa di primo giudizio, 82 con condanna non definitiva (40 appellanti, 31 ricorrenti, 11 misti), 36 in semilibertà (di cui 5 stranieri). Gli agenti di Polizia Penitenziaria effettivamente in servizio sono 587, mentre quelli previsti sono 771. I responsabili dell’area trattamentale sono 4, uno per tutti e due gli istituti del capoluogo regionale, mentre questa figura non è presente a Fermo. I funzionari giuridico-pedagogici,  titolari del trattamento rieducativo in servizio effettivo sono 17: ne sono previsti 24. Per tutti gli istituti gli psicologi sono 17.


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