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Elezioni 2024, inaugurata la sede di Emidio Nardini: «La nostra sarà una campagna elettorale allegra e coinvolgente» (Foto)

ASCOLI - Si affilano quindi le armi dell'entusiasmo nella sede di Corso Trieste, in vista della competizione di giugno. Il candidato sindaco della coalizione del centro sinistra: «Il nostro non è un programma calato dall'alto,  ma progetti che devono passare al vaglio, allo studio ed ai suggerimenti dei cittadini, perché a tutti devono servire» 
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di Maria Nerina Galiè

 

Taglio del nastro della sede elettorale di Emidio Nardini, candidato sindaco di Ascoli per il centrosinistra alle Amministrative di giugno.

Accanto al medico che di nuovo sfiderà alle urne Marco Fioravanti, rappresentanti della coalizione che lo sosterrà e dalla quale, tra liste civiche e connotate politicamente, si dovrebbe arrivare a cinque liste.

C’erano esponenti del “Partito democratico”, di “Ascolto & Partecipazione”, di “Dipende da noi”, del “Movimento 5 Stelle” del “Partito Socialista”, dei “Verdi”. Tutto da decidere sui capolista ed anche sui nomi che conterranno le liste. Nardini: «Nomi certi? Tutti. Tutti quelli che si vogliono impegnare. La storia comincia da adesso».

Ma sono chiare le idee dell’aspirante primo cittadino sul da farsi: «La nostra sarà una campagna elettorale allegra e coinvolgente.

Non abbiamo un programma calato dall’alto, di quelli  poi spesso disattesi, ma  progetti che  devono passare al vaglio, allo studio ed ai suggerimenti dei cittadini, perché a tutti devono servire. 

Il messaggio su cui abbiamo incentrato la candidatura è “Non io, ma noi”.

La nostra intenzione non  “rappresentare” i cittadini ma essere tutti “sindaci” della città, invertendo piramide.

Vogliamo cittadini attivi che sappiano che le loro idee, la loro progettazione e partecipazione possono arrivare ad un fine. E’ questo l’unico modo per rinascere la città».

Nardini, quali sono secondo lei i principali problemi di Ascoli?

«Intanto perdiamo 500 abitanti l’anno. Abbiamo un centro storico tra i più belli e grandi d’Europa, ma disabitato, dove la qualità della vita decresce. Resta solo il food in nome di un turismo che segna il 6% in meno rispetto agli ultimi mesi.

La candidatura a “Capitale della Cultura” è andata com’è andata. Fare cultura non vuol dire una mostra, uno spettacolo, uno spot ogni tanto, ma un processo che va costruito.

Vogliamo parlare di lavoro? Da qui i giovani se ne vanno. Il soldi del Pnrr non dovevano essere utilizzati per rifare le strade, quanto piuttosto per progettare un futuro per i nostri figli.

Della Sanità abbiamo parlato abbondantemente stamattina, con l’ex ministro Roberto Speranza (leggi qui)».

Si affilano quindi le armi dell’entusiasmo nella sede di Corso Trieste, in vista della competizione di giugno.

«La nostra sarà una campagna elettorale allegra e coinvolgente».  

 

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