E’ entrato trafelato in una tabaccheria-ricevitoria di Ancona poi, rivolgendosi al titolare, ha messo mano al portafoglio chiedendogli di poter fare una ricarica da 960 euro sulla carta intestata al figlio. Lo stato di agitazione dell’anziano ha fatto preoccupare il tabaccaio che ha provato a chiedergli cosa fosse accaduto.
La risposta: «Mio figlio mi ha mandato un sms dove mi dice: Ciao papà, ho perso il telefono, mi serve urgentemente una ricarica da 960 euro, fammela sulla mia scheda utilizzando il mio codice fiscale che è questo».
Al tabaccaio è venuta subito in mente la truffa che gira da tempo, quella del sms dove il delinquente di turno si finge il figlio della vittima e spiega di aver perso il telefono e della necessità di soldi.
Nell’effettuare la ricarica il tabaccaio ha letto il codice fiscale del beneficiario e gli ha chiesto come si chiamasse il figlio. «Quando ho visto che le lettere del codice fiscale non corrispondevano a quelle del figlio, gli ho detto che probabilmente era una truffa».
L’anziano però voleva fare la ricarica, e a quel punto il tabaccaio gli ha detto se avesse provato a telefonare al figlio. Secondo la vittima del raggiro, sarebbe stato inutile perché il figlio, come era scritto nel messaggio, aveva perso il telefonino. Il tabaccaio ha insistito per fargli fare la telefonata, e infatti il figlio ha risposto dicendo al padre che si trovava al lavoro e che non aveva assolutamente bisogno di un versamento. A quel punto l’anziano si è rincuorato, se ne è andato e (forse) ha sporto denuncia.
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