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Per la Cassazione Leopoldo Wick è colpevole di peculato, confermata la condanna a 10 mesi

I CARABINIERI avevano trovato a casa dell'infermiere lacci emostatici, cateteri e siringhe, che Wick avrebbe prelevato indebitamente dalla Rsa di Offida dove lavorava. Intanto anche le parti civili si sono associate alla procura generale per il ricorso in Cassazione contro l'assoluzione per le morti sospette
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di Peppe Ercoli

E’ definitiva la sentenza emessa dal giudice delle udienze preliminari del tribunale di Ascoli, Rita De Angelis, nel febbraio 2021, a carico di Leopoldo Wick.

L’infermiere assolto dalla Corte d’Assise d’Appello di Ancona per le morti sospette alla Rsa di Offida, è stato condannato a dieci mesi di reclusione per peculato.

La Cassazione ha emesso l’ultimo grado di giudizio, riconoscendolo colpevole di aver sottratto materiale di proprietà della casa di riposo.

Durante una perquisizione nella sua abitazione a Grottammare, i carabinieri avevano trovato lacci emostatici, cateteri e siringhe, che secondo l’accusa, Wick avrebbe prelevato indebitamente dalla Rsa di Offida dove lavorava.

Nel frattempo, le parti civili dell’inchiesta sulle morti sospette si sono unite al ricorso della Procura generale di Ancona, che ha chiesto alla Cassazione di annullare la sentenza di assoluzione per Wick; riguarda sei casi di omicidio e uno di tentato omicidio. Il ricorso dei familiari delle vittime è limitato agli aspetti civilistici, ovvero il risarcimento danni.

La Corte d’Assise di Macerata, nel processo di primo grado, aveva condannato Wick e assegnato alle parti civili una provvisionale di 710.000 euro complessivi, oltre a 103.000 euro di spese legali, per un totale di 813.000 euro.

L’Asur, dopo il deposito delle motivazioni della sentenza di condanna, aveva iniziato a pagare le somme spettanti alle parti civili. La responsabilità del pagamento era divisa equamente tra Wick e l’Asur, ma data l’incapacità di Wick di partecipare al pagamento, l’Asur ha anticipato la somma, con la possibilità di rivalersi successivamente sul dipendente.

La sentenza di assoluzione del processo di appello ha annullato le provvisionali, invitando i familiari delle vittime a restituire i soldi ricevuti.

Ora si attende che la Corte di Cassazione fissi la data dell’udienza per la trattazione del caso, tra i più intrigati della storia moderna della giustizia ascolana.


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