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«Protesta degli ombrelloni, balneari traditi dal centrodestra e abbandonati al loro destino»

BOLKESTEIN - Intervento del consigliere regionale del Pd Maurizio Mangialardi in vista dell'iniziativa di venerdì degli operatori: «Che prima o poi il momento di applicare la direttiva sarebbe giunto lo sapevano tutti, da Salvini alla Meloni, ma, da bravi demagoghi, hanno preferito cavalcare la protesta, alimentando paure e timori per il proprio tornaconto elettorale. Sono state un inganno le infinite proroghe e l’assurdo diversivo della mappatura»
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«Voglio esprimere solidarietà agli operatori balneari che il 9 agosto sciopereranno contro l’immobilismo del governo riguardo l’imminente scadenza delle concessioni demaniali prevista per il prossimo 31 dicembre. Purtroppo l’epilogo a cui stiamo andando incontro era largamente preventivabile, frutto del tradimento consumato da tutti i partiti del centrodestra, a partire dalla Lega e da Fratelli d’Italia, che prima hanno carpito la fiducia delle imprese e poi le hanno abbandonate al loro destino».

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Maurizio Mangialardi

 

Sono le parole del consigliere regionale del Pd Maurizio Mangialardi, dopo lo sciopero organizzato dai balneari per la Bolkestein. A Civitanova venerdì, come azione di protesta simbolica, gli operatori hanno deciso di aprire gli ombrelloni con un’ora di ritardo. Il nodo è appunto quello delle aste e in particolare l’immobilismo della politica che ancora non ha trovato una soluzione per gestire la vicenda. «La direttiva Bolkestein, se applicata in totale deregulation – aveva detto il rappresentante dei balneari civitanovesi – minaccia il futuro delle nostre imprese familiari».

 

«Che prima o poi il momento di applicare la direttiva Bolkestein sarebbe giunto lo sapevano tutti, da Salvini alla Meloni, ma, da bravi demagoghi, hanno preferito cavalcare la protesta, alimentando paure e timori per il proprio tornaconto elettorale – incalza Mangialardi – A quelli che, come me, hanno provato invece a costruire percorsi credibili, sollecitando fin dall’inizio i governi e i Parlamenti susseguitisi negli anni a legiferare affinché fossero tutelati gli investimenti fatti e si salvaguardassero i livelli occupazionali, sono stati ignorati, derisi, insultati e trattati alla stregua di nemici delle imprese da quegli esponenti della destra che promettevano di “scardinare l’Europa”».

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«Ora la verità emerge – continua il consigliere del Pd – sono state un inganno le infinite proroghe e ancor di più lo è stato l’assurdo diversivo inventato di sana pianta dal governo Meloni inerente la cosiddetta mappatura. Un’iniziativa priva di fondamento giuridico, che aveva il solo scopo di rinviare sine die l’applicazione della Bolkestein, illudendo le imprese che sarebbe stato possibile ignorare non solo il diritto europeo, ma anche le sentenze del Consiglio di Stato. La resa del neo eletto europarlamentare Carlo Ciccioli, uno dei più accesi sostenitori della mappatura, che oggi dichiara bellamente come non si tratti più di un problema politico, ne è la triste dimostrazione. Il problema, invece, è e resta politico. Come lo sono i voltafaccia della Meloni, di Salvini e dei loro epigoni locali».

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«Oggi più che mai – conclude Mangialardi – resta valida l’unica via possibile, che insieme a pochi altri ho sempre indicato sia come sindaco di Senigallia, sia come presidente dell’Anci Marche, sia come consigliere regionale. Preso atto che le gare dovranno essere svolte, è necessario che il governo vari immediatamente un disegno di legge che preveda gare tramite la modalità del project financing dove si premi la qualità dei servizi, gli investimenti effettuati, le professionalità acquisite, elaborando contestualmente meccanismi che escludano l’accumulazione di concessioni e, ovviamente, bloccando il rilascio di nuove. Tutte proposte che in questi ultimi anni ho avanzato anche in consiglio regionale con interventi, mozioni, ordini del giorno e interrogazioni affinché la giunta regionale sollecitasse in tal senso il governo Meloni, ma che non hanno mai trovato ascolto né nel presidente Acquaroli né tra i consiglieri del centrodestra. Spero che adesso da parte loro ci sia un ripensamento. Ma aggiungo anche un altro elemento, non meno importante e anzi fondamentale: se il governo nazionale deciderà finalmente di legiferare, dovrà obbligatoriamente stanziare le necessarie risorse per l’assunzione di personale nei Comuni che dovranno emanare i bandi. Altrimenti il rischio è quello di affossare l’intera macchina amministrativa, bloccare le gare e far pagare ai cittadini italiani il conto salato dell’inevitabile infrazione europea».

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