Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha convocato un tavolo per discutere del destino delle imprese che operano nei comparti tessile, abbigliamento e pelle.
In rappresentanza delle piccole e medie imprese artigiane era presente anche il presidente nazionale Cna Federmoda Marco Landi e, per le Marche, l’assessore alle Attività produttive Andrea Maria Antonini.
Da punto di vista della Cna di Ascoli, condiviso a livello nazionale e regionale con l’associazione, le misure presentate dal ministro Adolfo Urso recepiscono alcune sollecitazioni espresse dall’associazione negli ultimi mesi, con particolare attenzione alla richiesta di moratoria sui finanziamenti garantiti alle imprese, che dovrebbe trovare conferma in una circolare inviata dall’Abi agli istituti di credito su impulso del Mimit.
Si registra qualche passo avanti anche sull’annosa questione dei crediti d’imposta per attività di ricerca e sviluppo, con la previsione di un meccanismo di paga/stralcio al 50%, necessariamente proporzionato alla piccola impresa, per le aziende oggetto del provvedimento di restituzione.
«Finalmente si inizia a parlare concretamente di crisi della moda anche sui tavoli di lavoro nazionali – commentano la presidente Cna Federmoda Marche Doriana Marini e la responsabile per l’associazione territoriale di Ascoli Piceno Irene Cicchiello – il settore, da sempre elogiato come ambasciatore del Made in Italy del mondo, ha bisogno di ottenere reali risposte di fronte alle forti criticità che sta attraversando e che ne mettono a rischio la tenuta».
«Apprezziamo l’apertura del ministro Urso ad alcune proposte formulate dall’associazione, sebbene su alcuni punti i risultati dell’incontro siano stati inferiori alle aspettative.
Resta una forte preoccupazione sul rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, soprattutto a fronte di ore di cassa integrazione prossime al termine o già esaurite, sulle quali non abbiamo ottenuto alcuna rassicurazione – aggiungono il direttore della Cna picena Francesco Balloni e la presidente Arianna Trillini – Conclusa la fase di risposte emergenziali, poi, sarà necessario lavorare per rafforzare il sistema produttivo a partire dalle filiere, affrontando i nodi cruciali dell’internazionalizzazione, della formazione, della transizione ecologica e digitale delle imprese.
Apprezziamo, ad ogni modo, il lavoro svolto dalla Regione Marche per portare all’attenzione del Governo la grave situazione in cui versa il mondo della manifattura della moda – concludono – in un’azione sinergica partita dai territori e giunta fino a Roma».
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