Samb, niente ansia per un prevedibile pareggio: testa alla Recanatese

SERIE D - Il pareggio con l'Atletico Ascoli fa molto discutere per l'assenza di azioni di rilievo, ma Palladini sapeva di non dover perdere prima di tentare di vincere. Domenica prossima primo scontro diretto, dove si dovrà vedere un'altra Samb. In pochi vinceranno al Don Mauro Bartolini
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Ottavio Palladini

 

di Pier Paolo Flammini

 

Dalle stelle alle stalle. Le stelle grazie a una campagna acquisti importante, seppur con una incognita e mezzo (vedremo). Le stalle grazie a un pareggio in trasferta subendo appena un paio di conclusioni non irresistibili.

 

La San Benedetto rossoblù non conosce mezze misure: entusiasmo, critica, passione, tutto in una centrifuga. Dalla quale noi giornalisti e lo staff tecnico e dirigenziale deve restare parzialmente estraneo, in una osmosi attiva grazie alla quale le critiche vengano recepite per una riflessione e non per una digestione complicata.

 

Il pareggio per 0-0 contro l’Atletico Ascoli sta facendo molto discutere soprattutto per il modo con il quale è arrivato. Ottima, eccellente la fase di contenimento, scarsa quella realizzativa: zero assoluto nel primo tempo, zero virgola nella ripresa (una punizione velenosa di Kerjota, un colpo di testa a salve di Eusepi, una conclusione che meritava maggiore attenzione di Chiatante). Troppo poco, certo, per chi vuole vincere il campionato. Ma andiamo per punti.

 

1. Palladini ha puntato a non perdere. Ci sembra una verità sostanziale, nonostante le smentite ovvie dell’allenatore. Per quanto può sembrare assurdo, anche chi scrive avrebbe firmato per un pareggio prima di questa partita. Non perderla, e uscire indenni dal difficile avvio del campionato, è fondamentale per il prosieguo del campionato. Palladini non lo dirà mai ma conoscendo, come noi, l’ambiente sambenedettese, sa che in questa prima fase è più importante non perdere, cercando magari di vincere ovviamente, che mostrare il fianco. E più di tutto questo valeva per la partita di Ascoli: a causa della rivalità, a causa della prima di campionato, a causa dell’assenza di Guadalupi, a causa di una forma che per alcuni giocatori è ancora da trovare.

 

Prova ne è la gestione cambi: un allenatore che avrebbe tentato di vincere, con una temperatura ben oltre i 30 gradi tanto da richiedere due cooling break, avrebbe buttato dentro ben prima, almeno, Baldassi e Fabbrini e Moretti, perché c’era evidente bisogno di forze fresche. Palladini ha preferito lo stato di fatto, perché la Samb non soffriva il possesso palla dei padroni di casa e dunque ha evitato avventure. Piaccia o meno.

 

2. Pareggio in trasferta. Un anno fa a Notaresco la Samb pareggiò 1-1, dopo essere stata in vantaggio: al termine della partita il presidente Massi contestò l’atteggiamento attendista di mister Lauro. Fu un errore (ammesso poi dallo stesso Massi). Ma fu un segnale: la piazza andava in fibrillazione anche per un pareggio in trasferta. Un segno di forza, perché la pressione indicava la volontà di vincere, di debolezza, perché fa vivere una intera settimana senza la serenità necessaria.

 

Lo stesso si sta ripetendo dopo il pareggio di Ascoli, pur se con una parziale attenuante: non ci si lamenta tanto del pareggio, quanto del modo con cui è arrivato, ovvero senza tiri in porta e giocando, o dando l’impressione, di giocare per il pareggio.

 

3. Le altre e le illusioni ottiche. Forse in troppi, durante l’estate, hanno dichiarato che la Samb era la squadra favorita assoluta del campionato. Ho avuto modo di scriverlo la scorsa settimana e di dirlo in diretta prima del calcio di inizio di Atletico Ascoli: la Samb non può essere la favorita perché c’è una squadra, come L’Aquila, che ha un impianto più collaudato (si pensi a Banegas) e una che è retrocessa dalla C che ha mantenuto i suoi pezzi pregiati. La Samb è nel gruppo delle favorite ma non la favorita assoluta. La prima partita forse è servita per capire questo aspetto, ed evitare le facili illusioni tipiche di agosto. Possibile che nella road map di Palladini le prime impegnative quattro partite (Atletico Ascoli e Notaresco fuori, Recanatese e L’Aquila in casa) siano segnate come un percorso da cui uscire senza troppe ferite.

 

4. Il tentativo andato a vuoto. Non prendere gol, e sperare che Kerjota e Battista riescano a ribaltare l’andamento dell’incontro. Kerjota però non si è acceso – quando lo ha fatto sono arrivate le uniche due occasionette per la Samb – Battista dopo un inizio difficile è andato al cross una mezza dozzina di volte, al suo solito modo (rientrare col destro) però efficace, peccato per i cross deboli e sempre sul primo palo. Eusepi così è andato a vuoto, non tirando mai in porta. Qui Palladini dovrà per forza di cose lavorare, anche se gli unici due campi di prova si sono avuti con l’Atletico Ascoli, formazione che probabilmente non concederà grandi chance agli avversari (Nonni ha imbavagliato Kerjota). Il campo stretto di Monticelli agevola questo tipo di gioco e la Samb è, in qualche modo, caduta nel tranello, priva anche delle incursioni di Paolini trattenuto più indietro dall’assenza di Guadalupi.

 

Ci sarà però da lavorare per evitare l’isolamento di Eusepi: la Samb non può lottare per il terzo posto ma per il primo, e con il 4-3-3 c’è bisogno di un centravanti che vada in doppia cifra. Se i due dubbi di inizio campionato erano il portiere (ma il 2006 Orsini si sta comportando bene) e il centravanti (non per il passato, ovviamente) i riflettori sono puntati ora tutti sul centravanti.

 

5. Dunque? Evitato il peggio, ovvero la sconfitta, occorre subito ripartire con compattezza perché contro la Recanatese priva di Sbaffo, al “Riviera delle Palme”, occorrerà sicuramente giocare in maniera diversa. Allo stesso modo dalla cintola in giù (ottima la fase difensiva e di contenimento), con più aggressività in attacco, dove i due buoni terzini Chiatante e Orfano dovranno interagire al meglio in fase offensiva. La Samb ha quattro esterni di notevole qualità, vanno sfruttati.

 

Anche perché i giocatori devono capire come questo lunedì, a San Benedetto, non si parli d’altro che della partita di domenica. Non solo sui social. Un peso, e un onore.


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