di Giuseppe Di Marco
Da destra e da sinistra: le critiche all’Amministrazione Spazzafumo sono sempre state trasversali, ma spesso indirizzate per motivi diversi. Ora, invece, con la fuoriuscita di Pasquali e De Renzis dalla maggioranza, anche le richieste coincidono.
«Altri due esponenti della maggioranza consiliare hanno annunciato l’uscita dalla stessa – scrivono Pd, Articolo Uno e Nos – senza addurre alcuna motivazione ufficiale. Inoltre, due importanti delibere di variazione di bilancio sono state rinviate e la revisione di un regolamento sull’uso di un impianto sportivo comunale, già annunciata nei giorni precedenti ed atteso dalle associazioni coinvolte, è stata respinta. Ci preme ricordare che sindaco e consiglieri comunali rappresentano la nostra città, e ad essa devono correttezza e soprattutto trasparenza tanto negli atti quanto nelle scelte politiche».
Il sindaco, in assenza di spiegazioni «farebbe bene a porre fine a un’esperienza amministrativa – continuano – che a dispetto di una disponibilità economica gigantesca, non è in grado di portare a conclusione né atti di pianificazione urbanistica, né delibere di pianificazione finanziaria, e neppure una modestissima revisione regolamentare della piscina».
Neanche Verdi, Socialisti, Azione, Democratici per Canducci e Rinasci San Benedetto mostrano alcuna indulgenza nei confronti della squadra di governo. «Nel Consiglio comunale che si è svolto martedì scorso – scrivono – il sindaco Spazzafumo ha vissuto il suo “8 settembre” ovvero una maggioranza allo sbando, incapace di capire in quale direzione andare e soprattutto metabolizzare che non sono più maggioranza». E ancora: «A San Benedetto non è fallita una maggioranza consiliare, ma è fallita l’idea che mettendo insieme persone, possibilmente anche brandendo l’antipolitica, sia possibile governare una città».
Secondo questo punto di vista, per andare avanti il vertice comunale potrebbe soltanto aprire le porte alla destra, oppure percorrere un campo minato per altri due anni. L’alternativa, ovviamente, sarebbero le dimissioni: «Il sindaco si ricordi che amministra la quarta città delle Marche, che lui è la massima autorità civile cittadina, che è la massima autorità sanitaria cittadina, che è il capo della protezione civile cittadina e tanto altro ancora. Faccia un atto di umiltà e di amore verso la città che dice di amare, stavolta lo dimostri con i fatti non con le parole».
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