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Morte di Tommaso Fioravanti, l’ultima di una lunga sequenza di lutti in mare

SAN BENEDETTO - Anche il sindaco Antonio Spazzafumo esprime cordoglio per quanto accaduto: «Le autorità competenti faranno il loro lavoro». Interviene la Cgil nazionale e provinciale: «Il settore è ancora privo del testo unico della sicurezza»
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Imbarcazione Brivido al porto di San Benedetto, particolare

 

di Pier Paolo Flammini

 

San Benedetto continua a piangere i caduti in mare: quest’oggi, a porto del motopesca “Brivido”, ha perso la vita Tommaso Fioravanti, di 60 anni (clicca qui). Una lunga striscia di lutti, che affonda in tempi era persino difficile registrare certe informazioni, e che comunque ha accompagnato periodicamente la vita della comunità sambenedettese, segnandola in molte vicende.

 

L’imbarcazione Brivido attraccata al porto di San Benedetto

Dieci anni fa, nel 2014 la morte del marittimo Nicola Pignati, all’epoca 69enne, mentre qualche mese fa è avvenuto l’incidente tra l’imbarcazione “Antonio Padre” e una piattaforma in Adriatico, fortunatamente senza conseguenze letali per i tre marinai coinvolti. Ma questi sono solo gli eventi più recenti. Qualche anno prima, nel 2010, sfortunato Francesco Voltattorni: l’imbarcazione del cugino, l’Iris, si era arenata di fronte alle scogliere semi-sommerse di Grottammare.

 

Se si torna indietro, soltanto nel nuovo Millennio, troviamo la morte di Maurizio Fagone, 43 anni, nel 2009, a bordo del motopeschereccio “Diana Madre” davanti al porto di Giulianova; il 13 settembre 2007 il motopeschereccio “Nuova Santa Barbara” si schiantò contro la scogliera del porto di San Benedetto, causando la morte del giovane Giovanni Dall’Oglio di Bisceglie. Tragico il 2006: tre morti a causa del naufragio del Rita Evelin il 26 ottobre al largo di Porto San Giorgio (Luigi Luchetti, Ounis Gasmi, Francesco Annibali); il 29 maggio affondò il “Vito Padre” al largo di Grottammare-Cupra, provocando la morte di Luigi Marini e Salvatore Calise; il 7 settembre Carlo Porcelli, originario di Bisceglie, morì colto da improvviso malore mentre era in mare.

 

Anche il sindaco Antonio Spazzafumo ha voluto esprimere, a nome di tutta la città, il cordoglio per quanto avvenuto questa mattina: «Le comunità di San Benedetto del Tronto e di Martinsicuro si ritrovano, ancora una volta, a dover condividere un dolore enorme. Tommaso Fioravanti, originario della nostra città ma residente da tempo con la sua famiglia a Martinsicuro, è la nuova vittima che il mare ha preteso allungando così tragicamente il già lungo elenco dei nostri caduti in mare».

«Ogni anno, il 23 dicembre, la città ricorda tutte queste persone nella speranza che alla lista non si aggiungano altri nomi. Ma sappiamo che il mare, per sua natura, rappresenta lo spazio dell’incertezza e richiede un’allerta costante che però non basta a garantire il marinaio dai pericoli mortali. Le autorità competenti faranno il loro lavoro, cercheranno di accertare che cosa è accaduto, le ragioni della disgrazia, le eventuali responsabilità» scrive il sindaco.

«Per tutti noi questo è il momento del raccoglimento, della vicinanza ad una famiglia colpita da una tragedia così grande, all’armatore e a tutti i suoi compagni di lavoro» conclude il primo cittadino.

 

Anche la Flai Cgil Nazionale è intervenuta sul drammatico episodio, attraverso Antonio Pucillo, capo dipartimento: «Siamo stanchi di assistere a giornate lavorative che si chiudono in ospedale o peggio. Un’altra tragedia inaccettabile. Il settore è privo del testo unico sulla sicurezza (decreto legislativo 81/08) ormai da troppi anni. Tutte le nostre sollecitazioni sono cadute nel vuoto. Così come è rimasta inascoltata la nostra richiesta di riconoscere questo mestiere tra quelli usuranti, anche per agevolare l’uscita dal lavoro prima di quanto non prevedano oggi le norme. Diamo solidarietà alla famiglia del lavoratore scomparso. La sicurezza di chi lavora deve essere una priorità».

 

Daniele Lanni, segretario generale della Flai Cgil della provincia di Ascoli Piceno, aggiunge: «In primo luogo ci preme mandare le nostre condoglianze alla famiglia e a tutti i cari del pescatore scomparso. La Cgil è a disposizione per qualsiasi tipo di aiuto o necessità. Non è giusto, non è pensabile uscire per andare a lavorare e non fare ritorno a casa. Il marinaio è un mestiere traditore, come ci ricorda la famosa poesia di Bice Piacentini, ed è proprio per questo che sulla sicurezza non si può mai abbassare la guardia. Sono in corso le opportune verifiche per comprendere la dinamica di questa tragedia, ma di una cosa siamo certi: c’è da fare di più in tema di sicurezza per non dover trovarsi a piangere altri morti sul lavoro».

 

 


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