di Salvatore Mastropietro
Neanche lo scontro salvezza interno contro il Pontedera è stata l’occasione giusta per il ritorno alla vittoria dell’Ascoli. Il terzo 1-1 consecutivo ha lasciato sicuramente molto amaro in bocca tra i bianconeri, che nonostante tutto avrebbero sicuramente meritato la vittoria, creando molte occasioni e disputando un secondo tempo praticamente tutto nella metà campo avversaria al netto di qualche ripartenza della squadra allenata da Menichini.
Tuttavia, come quasi sempre è accaduto quest’anno, a pesare a conti fatti è stata l’ennesimo pasticcio della retroguardia. I numeri dicono che l’Ascoli prende almeno un gol da dieci partite consecutive, stesso numero da cui manca la vittoria per la compagine bianconera. Non a caso, il Picchio ha ottenuto il bottino pieno in stagione nelle sole due occasioni (contro Pianese e Milan Futuro) in cui è riuscito a mantenere la porta inviolata.
A pesare come un macigno sono, in particolare, gli errori individuali: marcature superficiali, disattenzioni sui calci piazzati, e un generale clima di apprensione ogni qual volta la palla transiti nella propria area di rigore. Non aiuta il non aver trovato una coppia stabile di centrali, complici gli infortuni di Curado (per cui la speranza è che la data di rientro sia ormai prossima) e Menna e anche le prestazioni di un portiere come Livieri che non è riuscito a mostrare particolare sicurezza, al netto delle imprecisioni da cui comunque non è stato esente (ieri compreso).
E se a questi errori non si è riusciti a mettere qualche pezza finora, risulta complicato credere che lo si possa fare in breve tempo in vista delle prossime uscite, ma allo stato attuale ciò che si può fare è solo guardare avanti con un pizzico di ottimismo contando su qualche segnale di ripresa che comunque comincia a intravedersi.
Più che la prestazione a servire ormai sono i punti e nella prossima gara, in programma venerdì sera sul campo della Vis Pesaro, sarà vietato tornare a casa a mani vuote. La squadra ha cominciato da oggi a lavorare agli ordini di Di Carlo, che al termine della gara con il Pontedera ha raggruppato i suoi uomini nell’ormai consueto cerchio a metà campo: un segnale di compattezza e unità per cercare di uscire dalle difficoltà. I gesti, tuttavia, non bastano più.
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