Commemorazione dei Caduti, nella mattinata di domenica 10 novembre a Castorano, con l’Amministrazione comunale impegnata a ricordare i tanti morti di tutte le guerre e, in particolare, i caduti in battaglia nel corso della Prima Guerra Mondiale, tra cui anche diversi castoranesi.
Una cerimonia sobria quanto toccante, in occasione della “Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate”, quella tenutasi davanti al Monumento ai Caduti di via Padre Carlo Orazi, prospiciente il Palazzo Comunale, presenti autorità militari, civili e religiose.
Con il comandante Emidio Girolami in rappresentanza delle Forze Armate impegnato nel cerimoniale, folto il pubblico presente alla manifestazione, a ribadire quanto tale commemorazione sia molto sentita a Castorano.
Dopo l’alzabandiera sulle note dell’Inno di Mameli, toccato il momento più alto nel momento della deposizione della corona di alloro ai piedi del monumento ai Caduti sulle note de “La leggenda del Piave”, con il susseguente omaggio da parte della sindaca Rossana Cicconi e delle Autorità Militari.
A seguire la benedizione da parte del parroco don Leonardo, prima di un breve saluto da parte dell’onorevole Augusto Curti, della consigliera provinciale Germana Gagliardi e della giovane Letizia Menzietti a rappresentare la Consulta giovanile castoranese, che ha letto una struggente lettera di un partigiano condannato a morte nel ’43.
«Non sono tempi facili quelli che stiamo vivendo – ha esordito la sindaca Rossana Cicconi nel suo saluto -. Ucraina, Palestina, Libano, per non pensare ad altri teatri di guerra che potrebbero presto aggiungersi, speriamo di no, come Taiwan e le due Coree; guerre che stanno dilaniando corpi innocenti insieme ad un comune sentire dove la parola pace rischia di essere sempre più vuota».
«Nell’onorare i caduti di tutte le guerre e, insieme, anche l’opera che le Forze Armate svolgono al servizio della Nazione, non possiamo non essere dispiaciuti ed anche indignati se guardiamo allo scenario che ci sta intorno, né possiamo permetterci di girare lo sguardo da un’altra parte – ha continuato – . Perché la pace non è un qualcosa che ci viene regalato o che cala dall’alto per grazia ricevuta».
E, riprendendo il concetto di pace su cui in precedenza di erano soffermati sia Curti che la Gagliardi, Cicconi ha voluto rimarcare la necessità della politica di farsi parte attiva per un processo di pace duraturo, che riesca a far tacere le armi e dica basta alle tante barbarie attualmente in atto nel mondo.
«”Vi era un bel sole: tutto era chiaro e trasparente, solo nel cuore degli uomini era buio – le parole scelte dalla sindaca per congedarsi, attinte da un libro di Mario Rigoni Stern -. Buio come una notte di tempesta su un oceano di pece”. Ecco, la guerra è il buio della ragione quando genera violenza gratuita, che genera a sua volta altra violenza gratuita. L’uomo non può vivere al buio, l’uomo ha bisogno di luce».
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