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Ginecologia del “Mazzoni”, Di Camillo resta direttore ad interim: «Fino all’approvazione dell’atto aziendale»  

NELL'ENNESIMA proroga di sostituzione (il ruolo è vacante dal 2015) sparisce ogni riferimento ad un concorso pubblico "per la stabile copertura del posto" dell'Uoc dell'ospedale di Ascoli. Si va quindi verso l'unificazione con l'omologa Unità operativa del "Madonna del Soccorso"? Nessuna conferma ma nemmeno smentita da parte della dg dell'Ast picena Nicoletta Natalini  
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Gli ospedali “Mazzoni” di Ascoli e “Madonna del Soccorso” di San Benedetto

 

di Maria Nerina Galiè

 

La Sanità picena si prepara ad una riorganizzazione totale in ragione di un “Atto aziendale” in corso di studio e approvazione e che vedrà gli ospedali di Ascoli e San Benedetto impegnati in ruoli ben precisati. L’attuale politica regionale, condivisa da quella locale, vuole garantire “un ospedale di primo livello su due plessi”, con l’intento  di non togliere servizi ai territori.

 

Tuttavia c’è molta attesa di conoscere quali saranno, in concreto, i compiti affidati all’una o all’altra struttura, dotate di unità operative che al momento si sovrappongono. C’è curiosità di sapere se alcuni reparti verranno “fisicamente” accorpati, per razionalizzare le risorse, oppure rivisti in base alle esigenze dell’utenza.

 

Il dottor Giampiero Di Camillo

Curiosità stuzzicata dall’ultima determina di Ast, relativa all’ultima proroga dell’incarico, al dottor Giampiero Di Camillo, “di sostituzione” di direttore dell’Unità operativa complessa di Ginecologia e Ostetricia del “Mazzoni” di Ascoli. 

 

Nella stessa proroga potrebbe celarsi un’anticipazione di come sarà strutturato in un futuro ormai prossimo questo servizio a livello provinciale che ora conta su due Uoc: una del “Mazzoni” appunto e l’altra del “Madonna del Soccorso” di San Benedetto, direttore il dottor Andrea Chiari dal 2012, che è pure a capo del Dipartimento Materno Infantile dell’Ast picena.

 

Leggendo tra le righe del documento del 31 ottobre – e non nell’accezione di “interpretate” – non passa inosservata una sostanziale differenza tra questo e le altre proroghe (la penultima è di maggio) al professionista ascolano che ricopre il ruolo di “sostituto” dal 2019.

 

A maggio 2024 l’incarico di direttore facente funzione è “per il tempo necessario all’espletamento della procedura concorsuale per la stabile copertura del posto medesimo e comunque per un periodo non superiore a mesi sei (quindi sino al 31.10.2024)”.

Il 31 ottobre 2024, “si ritiene di dover prorogare l’incarico in essere fino all’approvazione dell’atto aziendale ed agli adempimenti conseguenti”.

 

Questo vuol dire che non ci sarà più un concorso per incarico quinquennale di direttore di Uoc di Ginecologia e Ostetricia del Mazzoni”, come invece indicato solo pochi mesi fa? Sta a significare che l’atto aziendale, come “conseguenza”, prevedrà di unificare le due Unità sotto una sola direzione?

 

La dg di Ast Ascoli Nicoletta Natalini

Nessuna conferma ma nemmeno smentita da parte della dg di Ast Ascoli, la dottoressa Nicoletta Natalini: «Dal momento che sono passati anni ma il concorso non è stato pubblicato, abbiamo ritenuto che non potesse più essere una motivazione utilizzabile. La predisposizione dell’atto aziendale, invece, essendo un atto di riorganizzazione completo di tutta l’azienda, giustifica la proroga dello status quo fino a completamento appunto del percorso riorganizzativo generale».

 

L’incarico di direttore dell’Uoc di Ginecologia e Ostetricia del “Mazzoni” di Ascoli è vacante dal 2015, da quando cioè è andato in pensione il dottor Roberto Rossi.

All’epoca fu bandito un concorso, fecero domanda sia Di Camillo che Chiari, ma poi non fu mai espletato.

Rossi fu sostituito da Ennio Castelli, sempre pro tempore, andato poi in pensione nel 2019. Nei primi mesi, come facente funzione era stato nominato Chiari, poi Di Camillo sempre prorogato, in attesa del concorso per la stabile copertura del posto (come pure indicato a maggio scorso), ma mai espletato.

 

Al di là di quello che riserverà il futuro alla Sanità picena, l’interesse dei cittadini non sta nel sapere dove sarà collocato il “quartier generale” di un sevizio o di un altro, quanto piuttosto nel poter contare su efficienza e competenza che non necessariamente devono andare a braccetto con l’avere il reparto “sotto casa”.

 


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