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“D’Azeglio” evacuata per un corto circuito, arriva l’ordinanza di chiusura

ASCOLI - Dopo l'incendio del quadro elettrico ubicato al piano interrato dello stabile di Lungo Castellano, il sindaco Fioravanti ha disposto la chiusura cautelativa nella giornata di sabato 30 novembre della scuola secondaria di primo grado e della primaria "San Domenico"
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Alunni e personale fuori dalla scuola

 

Paura alla scuola “Massimo D’Azeglio” ad Ascoli, dove a metà mattinata di oggi, 29 novembre, si è verificato un corto circuito con un principio di incendio che ha riguardato, dalla prima ricostruzione, un quadro elettrico.

L’ingresso della “D’Azeglio”

 

Fumo denso e odore di bruciato hanno invaso gli ambienti, creando una grande apprensione tra i responsabili dello stabile che, tuttavia, hanno applicato i protocolli – più volte sperimentati con le esercitazioni – previsti in caso di incendio.

 

Bimbi e tutto il personale sono stati fatti evacuare e nessuno, a parte il comprensibile spavento, ha corso dei rischi.

 

Nel frattempo è stato dato l’allarme ai Vigili del fuoco che sono entrati nello stabile per la messa in sicurezza e per capire le origini del corto circuito. Sul posto anche i tecnici dell’Enel.

Immediata la reazione dei genitori degli alunni della scuola, che ospita le medie e le elementari della “San Domenico”: pur volendo capire le cause dell’accaduto prima di puntare il dito contro qualcuno, si dicono molto preoccupati per le condizioni generali della scuola.

 

«Si sono verificati altri episodi di recente – affermano alcuni – come il malfunzionamento dell’impianto termico, infiltrazioni d’acqua, il blocco di un ascensore e la caduta di calcinacci all’esterno. Non siamo tranquilli nemmeno dal punto di vista antisismico. E riteniamo che rendere questa scuola sicura debba essere una priorità». 

 

Nella tarda serata di oggi, venerdì 29 novembre, è arrivata l’ordinanza del sindaco Fioravanti che dispone la chiusura della media “D’Azeglio” e della primaria “San Domenico” nella giornata di sabato 30 novembre. Si tratta, come si legge nel documento, di una misura  “in via cautelativa, al fine di consentire il ripristino delle condizioni di sicurezza dell’edificio”. 

 


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