Offida si prepara al rito conclusivo del Carnevale con i suggestivi Vlurd

CARNEVALE - Appuntamento all'imbrunire del martedì grasso per rivivere ancora una volta una tradizione documentata fin dal 1814
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Un momento dei Vlurd

 

Il Martedì Grasso a Offida è il giorno de li Vlurd. La manifestazione consiste nel portare lungo le vie del paese lunghi fasci di canne riempiti di paglia (Vlurd) che, all’imbrunire, vengono accesi. Si parte da Piazza XX Settembre, per una passeggiata i cui partecipanti intonano “Addio Ninetta Addio”. Alla fine del percorso, i Vlurd vengono gettati in piazza per il falò finale, a simboleggiare l’inizio della quaresima.
Una consuetudine documentata fin dal 1814 da un avviso della podesteria di
Offida.

 

Col termine vlurd si indicano dei fasci di canne imbottiti di paglia, di lunghezza variabile, che vengono accesi e portati a spalla da centinaia di uomini e donne mascherati con i guazzarò, lungo le vie del paese la sera del martedì grasso. Il crepuscolo e l’atmosfera ancora medievale del centro abitato, danno a questa processione di fasci incendiati portati da persone mascherate una suggestione particolarissima.

 

La processione disordinata finisce nella piazza centrale dove viene appiccato un grande falò. Fino allo spegnimento dello stesso si dà inizio a balli sfrenati con i quali si determina la fine del carnevale. Vlurd ha un’etimologia comune al termine bagordo, col quale si indicava allo stesso tempo la giostra notturna (quindi legata alla festa, alla gozzoviglia, al bagordo) ed il fascio di canne che tipicamente serviva ad illuminarla.

 

L’inno del carnevale offidano

Addio Ninetta Addio (di C.A. Bosi – 1848)

Addio, Ninetta, addio,

che l’armata se ne va,

e se non partissi anch’io sarebbe una viltà.

E se non partissi anch’io sarebbe una viltà.

La spada e le pistole,

lo schioppo l’ho con me,

ed allo spuntar del sole

io partirò da te.

Ed allo spuntar del sole

io partirò da te.

Il sacco è preparato,

e sull’omero mio sta.

Sono uomo e son soldato,

viva la libertà!

Sono uomo e son soldato,

viva la libertà!

Ma non ti lascio sola,

ma ti lascio un figlio

ancor sarà quei che ti consola,

il figlio dell’amor.

Sarà quei che ti consola,

il figlio dell’amor.


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