Oltre duemila persone in corteo per ribadire: «Niente bandiere ma solo antifascismo» (Video e foto)

ASCOLI -La manifestazione, voluta dal “Collettivo Caciara”, ha visto la partecipazione di  rappresentati della politica e delle Istituzioni, ma anche di disabili, anziani e genitori con  bambini. I partecipanti sono arrivati da tutta Italia
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di Filippo Ferretti

 

Sono partiti da ogni parte d’Italia , in autobus ma anche in auto, per prendere parte ad una manifestazione voluta dal “Collettivo Caciara”, organismo nato nel 2019 da un gruppo di giovani unitisi per combattere le ingiustizie, il degrado e i soprusi del territorio e per difendere i diritti civili degli esseri umani.

 

Oltre duemila persone – con numerose affette da disabilità, moltissimi anziani e genitori con i bambini, anche piccoli – oggi pomeriggio, 3 maggio, si sono radunate alle ore 15 in piazza Cecco d’Ascoli, a Porta Romana, per dare vita un corteo nato come «antifascista, non violento e pacifico», ma che intende raccogliere le redini di quanto è accaduto dopo il 25 aprile in città, confermando la propria vicinanza alla panificatrice Lorenza Roiati, soprattutto in seguito alla comparsa di striscioni, da parte di ignoti, con cui le è stato augurato di finire in altri tipi di forni, quelli di tragica e storica memoria.

Il corteo, regolarmente autorizzato e che si è spinto per un percorso di circa 2 chilometri, è approdato poi dopo le ore17 in piazza Ventidio Basso dove è stato lasciato spazio agli interventi dei partecipanti alla manifestazione, che ha voluto confermare l’assenza di bandiere di partiti o di associazioni, evitando in tutti i modi di strumentalizzare i recenti accadimenti e di farsi voce di divulgazione partitica.

 

«Questo, intende essere un momento di identificazione politica da parte di chi intende affrontare un dibattito pubblico» hanno spiegato gli organizzatori certi in questo modo di voler «condividere la condanna ad ogni forma di fascismo». La manifestazione, che ha voluto sottolineare con la presenza di varie migliaia di persone il rifiuto di certi rigurgiti del passato, ha avuto uno svolgimento tranquillo, caratterizzato da cori partigiani e da una forte presenza di forze di polizia. Una manifestazione dietro alla quale c’è stata una organizzazione complessa, con la realizzazione di una mappa in grado di fornire agli aderenti tutti gli elementi necessari, soprattutto ai forestieri, a partire dalla possibilità di parcheggiare in varie zone della città e di poter usufruire dei bagni chimici, oltre ad offrire direttive per arrivare in centro mediante un percorso comodo e sicuro.

 

«Siamo qui per offrire  la nostra solidarietà a Lorenza Roiati» ha spiegato Francesco del “Collettivo Caciara”, evidenziando l’enorme presenza di persone, principalmente provenienti dall’Italia centrale ma con numerosi rappresentanti venuti da molto lontano come Aosta o Siracusa, spinti sino ad Ascoli per palesare il proprio sostegno a chi ha subito discriminazione in questi recenti accadimenti.

 

Varie anche le personalità del mondo politico e istituzionale presenti all’iniziativa, da Luciano Agostini e Augusto Curti a Orlando Ruggieri, sino ai senatori Roberto Cataldi e Giorgio Fede. Presente anche Francesco Ameli, segretario provinciale del Pd. Tutti partecipi nel condannare una vicenda, quella che ha visto protagonista Lorenza Roiati, presente all’appuntamento, che dopo essere stata diffusa per giorni e giorni da tutte le testate nazionali, è finita anche in Parlamento con le interrogazioni al ministro Matteo Piantedosi.

 

Lorenza Roiati

«Quello che mi è accaduto, ripreso con un telefonino, ha dimostrato come a volte una cosa piccola possa far capire la direzione che una certa realtà sta prendendo» ha detto nel suo intervento Lorenza Roiati in piazza Ventidio Basso, precedendo le parole di Rita Forlini dell’Anpi, che ha organizzato l’evento assieme al Collettivo Caciara, alla Cgil, alla Rete degli Studenti Medi e al Fronte Gioventù Comunista.

 

«Quello che è accaduto lo scorso 25 aprile dimostra come in questo momento si voglia indebolire il dissenso: gli ordini degli agenti sono partiti dall’alto e la responsabilità della vicenda è totalmente locale» ha concluso la Roiati, esortando tutti «a continuare a credere nel valore della democrazia e della libertà».

 

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