Il mondo del calcio italiano saluta con commozione Enzo Ferrari, ex calciatore e allenatore, scomparso all’età di 82 anni. Figura di spicco per diverse generazioni di appassionati, Ferrari è ricordato soprattutto per aver guidato l’Udinese ai tempi del fuoriclasse brasiliano Zico, contribuendo a scrivere una delle pagine più affascinanti della storia del club friulano.
Nato a San Donà di Piave, Ferrari ha avuto una carriera da calciatore di buon livello, vestendo le maglie di Palermo, Genoa e Udinese. È però in panchina che ha lasciato il segno più profondo: dopo gli inizi al Conegliano, ha guidato numerose squadre in Italia e all’estero, fra cui la Triestina, l’Avellino, il Padova, il Palermo, la Reggina, la Reggiana, l’Alessandria, la Juve Stabia e l’Arezzo. Un’esperienza internazionale significativa lo ha visto protagonista anche al Real Saragozza, dove nella stagione 1984/85 divenne il primo allenatore a battere il Real Madrid al Santiago Bernabéu con la squadra aragonese.
Tra le sue esperienze più recenti si ricorda quella sulla panchina dell’Ascoli, in Lega Pro, dove rimase dal settembre 1998 (subentrando a Massimo Cacciatori) fino all’ottobre 2000, quando fu sostituito da Giovanni Simonelli. Durante quel periodo collezionò 82 panchine ufficiali, tra campionato, Coppa Italia e lo sfortunato spareggio per la promozione in Serie B perso contro l’Ancona allo stadio “Renato Curi” di Perugia.
In seguito alla notizia della sua scomparsa, l’Ascoli Calcio ha voluto esprimere pubblicamente il proprio cordoglio: “Il Club bianconero esprime sincero e profondo cordoglio alla famiglia Ferrari”, si legge in una nota ufficiale.
Con la scomparsa di Enzo Ferrari, il calcio italiano perde un uomo di grande passione e competenza, che ha lasciato un segno indelebile ovunque sia passato, grazie alla sua dedizione e al suo amore per questo sport.
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