Il Tar dà ragione all’associazione animalista: l’Ast dovrà fornire i verbali di cattura degli animali

OFFIDA - Accolto il ricorso presentato dall’Associazione Provinciale Protezione Animali. I documenti erano utilizzati per aggiornare un'applicazione informatica volta a facilitare le adozioni, il ritrovamento di animali smarriti e la gestione delle pratiche burocratiche
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Il Tribunale Amministrativo Regionale delle Marche ha accolto il ricorso presentato dall’Associazione Provinciale Protezione Animali, ordinando al Servizio Veterinario dell’Azienda Sanitaria Territoriale di fornire i verbali di cattura relativi agli animali accolti presso il canile di Offida. Oltre alla consegna dei documenti, l’Ast è stata condannata al pagamento delle spese legali.

 

Il contenzioso ha avuto origine nel settembre 2024, quando il Servizio Veterinario ha interrotto l’invio dei verbali all’associazione, che ne era stata destinataria per oltre un anno. Tali documenti erano utilizzati per aggiornare un’applicazione informatica volta a facilitare le adozioni, il ritrovamento di animali smarriti e la gestione delle pratiche burocratiche. L’applicazione era accessibile gratuitamente a tutti gli operatori coinvolti nel settore della tutela animale.

 

«Siamo attivi da decenni con un gattile e due canili, il rifugio di Appignano del Tronto (una struttura privata realizzata in quarant’anni di volontariato) e il canile di Offida, una struttura pubblica in cui operiamo in convenzione per il servizio di custodia) – spiega l’Appa – ed abbiamo più volte richiesto la ripresa dell’invio dei documenti, senza ottenere riscontro positivo. Anche un intervento del difensore civico, che aveva riconosciuto la legittimità delle richieste, era stato ignorato».

Nel ricorso accolto, i legali dell’associazione hanno fatto riferimento sia alla normativa generale sulla trasparenza amministrativa, sia alla legge regionale 10 del 1997, che impone alle autorità sanitarie veterinarie la trasmissione alle associazioni protezioniste di “ogni informazione e documento utile alla vigilanza e al controllo sul benessere animale”.

 

«La sentenza del Tar rappresenta un riconoscimento del ruolo civico svolto da realtà del terzo settore nel contrasto al randagismo e nella tutela degli animali – spiegano dall’Appa -. Tuttavia, resta l’amarezza per l’uso di risorse pubbliche, in termini di tempo e denaro, impiegate in un contenzioso contro soggetti che operano gratuitamente e in collaborazione con le istituzioni».


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