Ciclopedonale sul Castellano, “sprofondo rosso”: dal 2007 sperperati oltre 2 milioni (Video e foto)

ASCOLI - Il manufatto che collegava la zona della Cartiera Papale a Porta Torricella, vittima della classica morte annunciata. La voragine che si apre a un certo punto del tragitto è paragonabile allo spreco di denaro utilizzato
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Lo stato della ciclopedonale

 

di Luca Capponi 

 

Sullo stato di abbandono della (ex) ciclopedonale Cartiera papale-Castellano-Porta Torricella esiste una copiosa “bibliografia”, di cui alleghiamo una parte in coda a questo articolo. Da aggiungere, purtroppo, c’è ben poco. Durante l’ultimi consiglio comunale (leggi qui), si è molto discusso della zona, soprattutto della parte fruita dai bagnanti e passeggiatori, e dei lavori rimasti per ora al palo in uno scenario piuttosto abbandonato, con la minoranza che ha presentato un’interrogazione sul tema.

L’ingresso dalla zona di Porta Torricella

 

Noi, siccome siamo masochisti, siamo invece tornati nuovamente sul “cadavere” della ciclopedonale che costeggia il fiume Castellano, passando però per l’ingresso di Porta Torricella. Giusto per constatare ormai la morte certa di un manufatto che ha prodotto notevole spreco di denaro pubblico. Cifre che solo a menzionarle, fanno paura.

 

 

Nel 2007, anno in cui fu inaugurato questo tratto lungo circa 1,2 chilometri, furono spesi circa 1,9 milioni di euro di fondi Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) per l’opera realizzata dall’Amministrazione provinciale. Qualcosa però non cominciò a quadrare sin da subito, con il tragitto messo a potenziale repentaglio dalla vicinanza allo stesso corso d’acqua e da una zona franosa ed evidentemente poco adatta. Tanto che, manco a farlo apposta, qualche tempo dopo uno smottamento dovuto al maltempo mise fuori uso la ciclopedonale.

 

Passerà qualche altro anno, siamo nel 2012, per il nuovo intervento da parte della Provincia: 200.000 euro per rimediare e ripristinare la fruibilità del tracciato. Fine della storia? Ma nemmeno per scherzo. Altra pioggia forte e altra frana che manda all’aria tutto, stavolta sembra definitivamente. Sì, perché nonostante le dichiarazioni di alcuni amministratori (provinciali e comunali), il progetto naufraga in stile Titanic. Ad oggi non restano che sterpaglie, arbusti, il verde che si sta riprendendo tutto ed una traccia di cemento che termina davanti ad una voragine impressionante. Insomma, uno scenario post apocalittico che non merita commento.

 

E se proprio un insegnamento bisogna trarre da questa vicenda, sembra piuttosto semplice: realizzare qualsivoglia opera vicino alle sponde di un fiume non sembra proprio la scelta più adatta. Ci volevano 2 milioni di euro per capirlo?

 

 

 

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