Acquaroli si prende un impegno: «Nuovo ospedale, avvio cantiere entro fine 2026, termine tra 2030 e 2031»

SAN BENEDETTO - La giunta ha stanziato 9 milioni per la progettazione del nuovo nosocomio che sorgerà a Ragnola. 226 i posti letto, come gli attuali al "Madonna del Soccorso", investimento che potrebbe arrivare a 170 milioni. L'assessore Baldelli: «Non è in contrasto con il Mazzoni di Ascoli»
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Nardo Goffi, Francesco Baldelli, Francesco Acquaroli, Antonio Spazzafumo, Antonello Maraldo

 

di Pier Paolo Flammini

 

Dopo un paio di decenni di discussione prima sul “se”, poi sul “dove”, adesso restano le domande “come” e “quando”: parliamo del nuovo ospedale di San Benedetto che dovrà sorgere nel quartiere Ragnola, nella zona compresa tra l’Itc Capriotti, la chiesa della Sacra Famiglia e la ferrovia. A parlarne, durante una affollata conferenza stampa, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, l’assessore regionale ai Lavori Pubblici Francesco Baldelli, e con loro molti rappresentanti istituzionali tra cui il sindaco di San Benedetto Antonio Spazzafumo, il commissario straordinario per la Ricostruzione Guido Castelli, oltre al direttore dell’Ast di Ascoli Piceno Antonello Maraldo.

 

La notizia è che la Regione Marche ha stanziato 9 milioni di euro da assegnare a chi realizzerà la progettazione per il nuovo nosocomio: al momento il Documento di indirizzo alla Progettazione è al vaglio dell’Anac: una volta ottenuto il via libera dell’Autorità Nazionale Anti-Corruzione, si procederà al bando.

 

«Entro fine giugno, o al massimo per l’inizio di luglio, il bando sarà pronto, afferma Acquaroli. Il quale arriva a sbilanciarsi sulla tempistica: Entro un anno, un anno e mezzo da oggi dovrebbe partire il cantiere – ha dichiarato – Poi per la realizzazione dell’opera se tutto procederà senza sorprese, come sta avvenendo per altri ospedali marchigiani, credo che nel 2030, massimo 2031, potremo avere il nuovo ospedale funzionante».

 

La struttura sorgerà su un’area di 50 mila metri quadrati, avrà 226 posti letto come l’attuale ospedale e sarà pronta anche ad ospitare un maggior numero di ricoverati in caso di emergenza. Sempre Acquaroli aggiunge: «L’importo finale dei lavori sarà di 150 milioni di euro, probabilmente sfioreremo i 170 milioni. Gli investimenti realizzati o in corso tra Pesaro, Macerata, Fermo e Amandola, oltre che l’Inrca, cambieranno il volto della sanità regionale».

 

«Avevamo detto che ci saremmo occupati della sanità di tutta la regione da nord a sud e dalla costa all’entroterra – ha detto l’assessore Baldelli – Lo stiamo facendo anche in questa provincia ed è arrivato il momento di San Benedetto del Tronto. L’ospedale non sarà alternativo a quello di Ascoli ma sarà complementare, non si investe per ridurre il servizio sanitario ma per aumentarlo». Da parte sua Castelli ha sottolineato l’importante sinergia tra risorse economiche regionali e gli investimenti che arrivano dai programmi di ricostruzione post-sisma.

 

Antonello Maraldo ha commentato: «È una grande giornata per San Benedetto perché il tema è caldo da sempre su questo territorio. È una iniziativa voluta e promossa dalla Regione e sono convinto che questa sia la migliore risposta per la nostra comunità».

 

A Nardo Goffi, dirigente regionale Dipartimento Infrastrutture sono spettati i dettagli tecnici: «Siamo in fase di predisposizione della gara – ha spiegato – Si è già decisa la localizzazione condivisa con il Comune che l’aveva indicata in un’area di 15 ettari ben collegata, con altri servizi pubblici e una serie di aspetti infrastrutturali nettamente migliori e più facilmente gestibili rispetto a quella attuale. Sono state individuate le strutture che ci saranno, ossia il layout, ed e stata finanziata la progettazione. Oltre all’aspetto tecnologico realizzeremo una struttura più accessibile e flessibile con potenzialità di crescita e più parcheggi, cosa che nel presidio attuale non sarebbe possibile».

 

Il sindaco di San Benedetto Antonio Spazzafumo ha espresso «soddisfazione per questo importante risultato per la città atteso da tantissimi anni. L’accordo con la Regione era stato da noi sottoscritto nel 2022, e anche se il percorso è stato complicato ma stiamo raggiungendo l’obiettivo. L’attuale ospedale si trova in una zona difficile da raggiungere, abbiamo bisogno di una ubicazione migliore».

La struttura sarà classificata Nzeb (Nearly Zero Energy Building) e dotata di isolatori sismici alla base, per garantire piena operatività anche in caso di eventi tellurici. Inserita in classe d’uso IV, rappresenterà un modello di riferimento per la sanità pubblica del futuro.


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