«Chi perde un familiare a causa di una calamità naturale affronta non solo il dolore, ma anche un abisso di solitudine istituzionale. È nostro compito colmare questo vuoto». Così, l’onorevole piceno del Pd Augusto Curti ha annunciato il deposito della proposta di legge a sua prima firma per l’istituzione del “Fondo di sostegno per i familiari delle vittime di calamità naturali”. Una misura che, spiega Curti, «non è un atto simbolico, ma un intervento strutturale di civiltà».
Il fondo – con una dotazione iniziale di 30 milioni di euro annui – prevede contributi economici diretti, esenzioni fiscali, borse di studio per i figli superstiti, accessi agevolati a prestazioni sociali, alloggi di edilizia popolare e concorsi pubblici. «In uno Stato che si definisce solidale, non può mancare un sostegno concreto a chi, da un giorno all’altro, perde ogni punto di riferimento affettivo e sostanziale. Finora – osserva Curti – le norme si sono concentrate giustamente sul ristoro materiale e sulla ricostruzione dei territori. Ma mancava un tassello fondamentale: il riconoscimento umano ed economico del dolore privato».
I numeri restituiscono una realtà oggettiva: solo negli ultimi vent’anni, le calamità hanno causato in Italia oltre 290 miliardi di euro di danni, colpendo il 91% dei Comuni e causando oltre mille vittime. «Pensiamo al sisma dell’Aquila, a quello del 2016 che ha colpito il centro-Italia, ad ischia, alle ultime disastrosi alluvioni – prosegue il deputato dem–. Tragedie, cioè, che hanno lasciato un segno indelebile nel tessuto sociale e umano del Paese. Questo provvedimento nasce per dare risposta a quella parte di sofferenza che finora è rimasta ai margini delle politiche pubbliche».
A seguito del deposito della proposta, Curti dichiara che «si chiederà alla Commissione competente di procedere con la calendarizzazione, affinché si possa avviare al più presto una discussione seria e costruttiva. Siamo naturalmente aperti al confronto e alla condivisione, ma con la determinazione di giungere, in tempi congrui, all’obiettivo che ci siamo posti: dotare il Paese di una norma giusta, attesa e necessaria». La proposta affida al Governo il compito di definire con decreto legislativo le modalità attuative. Ma il senso politico del provvedimento è già tutto nelle parole del deputato: «Non possiamo restituire ciò che è andato perduto, ma possiamo rafforzare il patto di solidarietà tra lo Stato e i suoi cittadini, affinché nessuno si senta lasciato solo davanti all’irreparabile».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati