Caos nel carcere: detenuto ne aggredisce un altro, il Sappe denuncia condizioni insostenibili

ASCOLI - Alla base dell’episodio ci sarebbe la mancanza di un adeguato reparto Atsm (Area Trattamento Salute Mentale) all’interno dell’istituto. Problematica denunciata anche da altri sindacati e, a detta di questi, dal Garante regionale dei diritti dei reclusi
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Il carcere di Ascoli

 

Una nuova giornata di tensione e violenza ha scosso il carcere di Ascoli Piceno, dove, secondo la denuncia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, si è verificato un grave episodio tra detenuti, che ha messo a dura prova il personale di sorveglianza.

Secondo quanto riportato dai rappresentanti del Sappe, Francesco Campobasso, segretario interregionale, e Donatello Di Marzio, segretario provinciale, due detenuti sarebbero usciti dalla cella con la scusa dell’ora d’aria, ma avrebbero poi rifiutato di recarsi nel cortile, sostando nella Sezione per intrattenersi con altri reclusi. La situazione si sarebbe progressivamente aggravata fino a culminare con l’aggressione di uno dei due, di origine albanese, ai danni dell’altro.

Alla base dell’episodio, secondo il Sappe, ci sarebbe la mancanza di un adeguato reparto Atsm (Area Trattamento Salute Mentale) all’interno dell’istituto. Problematica denunciata anche da altri sindacati e, a detta di questi, del Garante regionale dei diritti dei detenuti, Giuseppe Giulianelli (leggi qui).

«Tutto ciò va a scapito dell’operatività e della sicurezza degli agenti penitenziari – spiegano Campobasso e Di Marzio – Serve un rafforzamento del personale e un provvedimento urgente di sfollamento della struttura, a partire dai detenuti psichiatrici e da quelli responsabili di episodi violenti».

A sostenere la denuncia anche il segretario generale del Sappe, Donato Capece, che punta il dito contro una gestione inefficace dell’intero sistema penitenziario regionale. «Le tensioni nelle carceri delle Marche sono ormai costanti – afferma – ed è urgente intervenire per ripristinare condizioni di sicurezza e legalità. La Polizia Penitenziaria è stanca di subire quotidiane violenze gratuite».

Capece rilancia inoltre alcune delle storiche proposte del sindacato: l’espulsione dei detenuti stranieri per far scontare loro la pena nei Paesi d’origine e la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. «Il disagio mentale, dopo la chiusura degli Opg, è stato scaricato sulle carceri, dove mancano sia strutture che personale adeguato. Così si mettono a rischio non solo gli agenti, ma anche l’intero sistema detentivo».

Infine, il Sappe annuncia che nei prossimi giorni potrebbe essere valutata la proclamazione dello stato di agitazione, segnalando che «la situazione è ormai oltre ogni limite di sopportazione».


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