Ennesima aggressione ai danni del personale di polizia penitenziaria nel carcere di Marino del Tronto. Nel pomeriggio di oggi, tre agenti sono rimasti feriti durante un violento episodio avvenuto nella Sezione Osservandi, riservata ai detenuti sottoposti a osservazione psichiatrica.
L’aggressore, un detenuto di nazionalità nigeriana con precedenti episodi di violenza in altri istituti – e già protagonista di analoghi comportamenti anche ad Ascoli – ha aggredito senza apparente motivo un agente durante l’immissione al passeggio. Le urla hanno attirato l’attenzione dei colleghi al piano inferiore, che sono prontamente intervenuti per evitare il peggio. Nella colluttazione, il detenuto ha colpito con calci e pugni anche gli agenti sopraggiunti in soccorso, prima di essere contenuto e ricondotto nella propria cella.
Uno dei tre poliziotti è stato visitato dal medico del carcere, che ha disposto il trasferimento al pronto soccorso di Ascoli per ulteriori accertamenti.
Secondo quanto denuncia l’Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), si tratta dell’ennesimo episodio in un contesto sempre più difficile. «Negli ultimi mesi – spiega il sindacato – numerosi colleghi hanno subito aggressioni, con conseguenze anche gravi. Il personale è stremato e non si intravedono interventi concreti da parte dell’amministrazione».
Nel carcere di Ascoli, oltre alla sezione Atsm, destinata ai detenuti con disturbi psichiatrici – e ritenuta dall’Osapp non conforme alle normative – opera anche la Sezione Osservandi, dove vengono ristretti altri detenuti con problematiche simili. L’elevata presenza di soggetti psichiatrici aggressivi rappresenta una seria minaccia per l’incolumità degli agenti.
Su circa 140 unità di personale amministrato, una percentuale significativa risulta attualmente fuori servizio proprio a seguito di aggressioni. Con l’arrivo della stagione estiva e la necessità di garantire le ferie, la situazione si fa ancor più critica.
«Abbiamo descritto più volte la condizione drammatica in cui versa l’istituto – conclude l’Osapp – ma chi dovrebbe intervenire continua a ignorare il problema. A questo ritmo, non sarà più possibile garantire né la sicurezza né un minimo di tutela per chi serve lo Stato in condizioni estreme».
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